Le ore più buie delle tre figlie di Churchill

Diana malata di nervi morta per overdose, Sarah l’inquieta attrice rubacuori, Mary che rinunciò a essere una leader: sorelle nella storia

Winston Churchill nel '32 con la figlia Mary

Winston Churchill nel '32 con la figlia Mary

Il più venerato uomo politico inglese non poteva certo lasciare dietro di sé una progenie banale. Winston Churchill sposa nel 1908 Clementine Hozier. Da lei ha 5 figli: Diana, Randolph, Sarah, Marigold e Mary. The Churchill Girls: The Story of Winston’s Daughters di Rachel Trethewey, in uscita in Gran Bretagna nei prossimi giorni, fa luce sulla vita, finora poco conosciuta, e spesso drammatica, dei figli di sir Winston.

Il secondogenito Randolph è quello su cui erano state concentrate tutte le speranze ma la sua stella cade improvvisa così come è sorta. Sono piuttosto le figlie a lasciare importanti tracce di sé, nel bene e nel male. Clementine, provata dalla morte della sorella Kitty e dal fatto che la sua terza figlia, Marigold, muore di setticemia a 2 anni, diventa dura e difficile. Winston invece è più affettuoso. Gioca con i piccoli, li incoraggia sempre e le figlie lo adorano.

La primogenita, Diana, sensibile e timida, è dominata dalla madre. Si sposa due volte: con John Milner Bailey dura meno di due anni. Nel 1953 ci riprova con Duncan Sandys, hanno tre figli ma lui non c’è mai ed è infedele. Una volta appurato che Diana ha problemi di salute mentale, viene affidata al dottor Carl Lambert. Proprio mentre si sta riprendendo, Winston – che la seguiva con empatia, anche lui vittima del “cane nero”, la depressione – ha un ictus, lei crolla e viene ricoverata in un ospedale psichiatrico. Nel 1957 Diana si separa e inizia ad aiutare i malati con problemi di salute mentale. Le cose sembrano migliorare ma nel ’63 muore per un’overdose di sonniferi.

La stella è la terzogenita Sarah, nata a Londra nel 1914. Attrice, in Italia recita con Vittorio Gassman nel film Daniele Cortis, ’47, di Mario Soldati; a Hollywood lavora con Fred Astaire (che definisce "un piccolo gnomo") in Sua Altezza si sposa, ’51. Capelli rossi, occhi immensi, è dominata dai suoi amori. A 21 anni perde la testa per il comico austro-americano Vic Oliver, 39 anni. Nel ’36 partono per l’America. Si sposano la vigilia di Natale ma subito litigano. Rientrano in Inghilterra. Lui è geloso e ossessivo. Ci pensa la guerra a risolvere la questione. Come americano – e di origine ebraica – Vic deve tornare a casa. Lei rimane in Inghilterra. Si invaghisce dell’ambasciatore americano Gil Winant ma presto lo lascia e va in Italia per diventare una star del cinema, e qui si fidanza con Mario Soldati: lei ha 33 anni, lui 41. Intanto Vic, tradito e in bancarotta, si suicida. Ma lei non ha tregua. Si innamora del fotografo Antony Beauchamp che la immortala per Life, lo sposa nel 1949, nel ’57 chiede il divorzio: lui si uccide il giorno dopo l’annuncio dell’addio di Sarah. Lei si rifugia nell’alcol, nel ’61 l’arrestano per ubriachezza. Si disintossica, va in Spagna e incontra Lord Henry Audley. Nel 1962 si sposano. Ma la felicità – anche stavolta – dura un soffio: Henry ha un ictus che lo porta alla morte. Sarah è a pezzi. Dirà: "a volte ho pensato che ho sempre cercato di sposare mio padre". Quando torna in Inghilterra, Winston le prende la mano: "Dobbiamo stringere i ranghi e continuare a marciare". Lui è l’unico uomo che non l’ha mai delusa.

L’ultimogenita, Mary, è un caso a parte. Ha un rapporto migliore con i genitoti, si impegna nel sociale e anche nell’esercito. Viaggia molto con il padre. Avrebbe potuto essere una vera leader per esperienza e passione. Ma i tempi non sono maturi. Sposa invece un politico. Hanno 5 figli. Vivono a Chartwell, e ogni estate Winston si siede a guardare i nipoti in piscina. Mary è il centro stabile della famiglia. Dopo la morte di Sarah, scrive: "Mi sento come l’ultima dei Mohicani".

 

 

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