Le lacrime dell’Etna per l’addio a Battiato

Un’imprevista eruzione nel giorno del funerale. Cerimonia privata con Alice, Consoli, i “compagni buddisti“ e pochi altri amici

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di Silvia Gigli

"Va bene così" ha sussurato il Maestro prima di spengersi. Non è un caso. Come spiega l’amico musicista Luca Madonia, accorso insieme a molti altri colleghi alle esequie private di Franco Battiato: "Credo che sia stato l’artefice del suo destino. E mi piace pensare che sia stata una sua scelta. Lui non ha mai avuto paura della morte. Franco lo sapeva, lo aveva sempre detto nei suoi brani che siamo tutti di passaggio". Della stessa opinione sono Guidalberto Bormolini, monaco e teologo, e padre Orazio Barbarino che hanno celebrato ieri mattina la cerimonia funebre di Franco Battiato, spirato l’altro ieri nella sua casa di Milo, alle pendici dell’Etna, circondato dall’affetto dei suoi cari.

"Con Franco condividevo tante idee – ha spiegato padre Barbarino – lui andava sempre alla costante ricerca della verità, in ogni cosa. Il suo verbo era sperimentare. Cercava bellezza ed essenzialità, mettendoci sempre una grande umiltà". Bormolini, il sacerdote arrivato da Prato, presidente di TuttoèVita, frequentava da anni Battiato e ne conosceva bene il trasporto mistico e "la ricerca del divino come scopo di vita".

"Per otto anni ci siamo confrontati sulla spiritualità – racconta –. Franco aveva una mente aperta. Manteneva il suo pensiero un po’ anticlericale, un po’ antiistituzionale. Quindi posso dire che è rimasto una persona libera, è morto da persona libera".

Mentre l’altro ieri Catania ha rivolto il suo saluto al cantautore lasciando che la sua musica risuonasse da finestre, negozi e cortili su iniziativa dell’Arci, e il Comune gli intitolerà il suo lungomare, ieri a Milo, davanti a Villa Grazia, da trent’anni residenza del musicista, si respirava un’atmosfera di tristezza e discrezione. Un cartello con su scritto "Ora guarirai da tutte le malattie", mazzi di fiori e i manifesti del lutto cittadino.

Anche gli artisti amici che sono accorsi a salutare il Maestro hanno mostrato in silenzio il loro dolore. Un centinaio di persone hanno dato l’ultimo saluto al celebre musicista. Carmen Consoli è stata la prima ad arrivare, poi Alice, Roberto Cacciapaglia, i cantautori Yuri Camisasca, Luca Madonia e Giovanni Caccamo. Insieme a loro, ad ascoltare l’omelia, la lettura di un brano del Libro della Sapienza e di un passo del Vangelo, le Beatitudini, c’era anche un gruppo di "compagni buddisti".

Il rito funebre si è concluso mezz’ora dopo mezzogiorno quando dal cancello è comparsa l’auto con la bara di Battiato coperta da un cuscino di rose gialle. Lacrime e applausi ne hanno segnato il percorso. Dopo la cremazione, l’urna tornerà, per espressa volontà del cantautore, nella villa intitolata alla madre di Battiato. In migliaia sarebbero voluti venire per porgergli l’ultimo saluto ma il fratello Michele ha preferito evitare la folla ed ha optato per la cerimonia privata.

Anche l’Etna, il gigante che torreggiava sulla sua casa, l’ha salutato a modo suo. È accaduto a mezzanotte con una timida eruzione. La descrive così il vulcanologo Boris Behncke su Facebook: "Sarà come dicono da queste parti che l’Etna abbia voluto mandare il suo saluto al grande maestro defunto. Lo ricorderemo così, non come parossismo numero 18’ (o ‘numero 22’ se si conta dal 13 dicembre 2020). In maniera del tutto sorprendente, intorno alla mezzanotte, si è riattivata la ‘Bocca della sella’ al cratere di Sud-Est, e fino all’alba ha dato uno spettacolo sublime...".

Polvere di vulcano per salutare l’ultimo grande sciamano dei nostri tempi.