Domenica 18 Maggio 2025
Maddalena De Bernardi
Magazine

Le cose che non dovremmo fare per il bene della Terra

Dall’uso eccessivo di plastica allo spreco energetico, in occasione della Giornata della Terra una riflessione sui comportamenti da evitare per proteggere il pianeta

Comportamenti da evitare per il futuro dell'ambiente

Comportamenti da evitare per il futuro dell'ambiente

Roma, 22 aprile 2025 – Quali sono i comportamenti da evitare per il futuro dell’ambiente? La Giornata della Terra ci invita a riflettere su come le nostre azioni possano influenzare la salute del pianeta, positivamente o negativamente.

Inutile lamentarsi di quanto le città siano sporche. Proviamo a guardare le cose con una coscienza differente: milioni di ragazzi e ragazze in tutto il mondo lo stanno già facendo.

Molti comportamenti diffusi — spesso inconsapevoli — contribuiscono al degrado ambientale. Ogni gesto ha valore, ogni azione può diventare una scelta vissuta con consapevolezza: è importante ricordare che il futuro si costruisce a poco a poco. 

Buttare i mozziconi di sigaretta per terra

Quante volte chi fuma lascia cadere per terra con indifferenza il mozzicone della sigaretta appena terminata? Daniele Benzi, 22enne di Rimini, invece ha deciso di raccogliere tutti i mozziconi che vede. Tutto è iniziato andando a passeggio con la sua cucciola Luna, quando Daniele si è accorto di quanti mozziconi incontrasse ovunque. Nel giro di due mesi per le strade della sua città ha raccolto 21.500 mozziconi. Quando crediamo di non poter fare la differenza pensiamo a un’azione come questa, moltiplicata per ogni persona.

Sono tantissimi i gesti silenziosi di chi decide di trasformare la sua passeggiata dando una mano all’ambiente: basta guardarsi intorno e raccogliere. Purtroppo l’abitudine di gettare rifiuti per strada, nei boschi o sulle spiagge è ancora diffusa, nonostante le campagne di sensibilizzazione.

Consumare plastica monouso

Piatti, bicchieri, bottiglie, cannucce: la plastica monouso è uno dei simboli della cultura dell’usa e getta. Sebbene le normative europee ne abbiano limitato l’uso, il problema resta enorme. Le microplastiche sono state trovate nei ghiacciai, nei mari e persino nei nostri corpi.

Limitare il consumo di plastica significa fare scelte diverse. Un esempio? Dall’uso quotidiano ai pranzi di famiglia o il campeggio e i picnic utilizzare e lavare le stoviglie di ceramiche anziché l’usa e getta è un’azione piccola ma decisiva. Altri gesti di consapevolezza riguardano l’utilizzo di contenitori riutilizzabili, la preferenza ad acquistare prodotti sfusi, oltre all’impegno a boicottare prodotti con imballaggi eccessivi.

Sprecare acqua potabile

Come laviamo i piatti, i mezzi che utilizziamo per spostarci o gli oggetti? Lasciare il rubinetto aperto mentre ci si lava i denti o pulire l’auto facendo scorrere il getto senza sosta è un gesto che sembra innocuo, ma in realtà si sprecano litri e litri di acqua potabile.

In molte zone del mondo — comprese alcune aree d’Italia — l’emergenza idrica è una realtà. Cambiare abitudini significa anche riconoscere il valore delle risorse essenziali. Per esempio, nel nostro piccolo impariamo a utilizzare recipienti dove usare acqua saponata, spugna e straccio: evitare gli sprechi. Anche lavare i piatti può diventare un gesto di impegno ecologico.

Consumare energia in modo inconsapevole

L’energia elettrica è una risorsa preziosa che spesso utilizziamo con leggerezza. Lasciare luci accese inutilmente, non spegnere i dispositivi in stand-by o utilizzare elettrodomestici obsoleti contribuisce a un consumo eccessivo e a un aumento delle emissioni climalteranti. Secondo i dati ISPRA, in Italia esiste ancora un ampio margine di miglioramento nei comportamenti domestici legati all’efficienza energetica. Intervenire su questi aspetti è semplice e alla portata di tutti: spegnere, scollegare, ottimizzare

L’uso responsabile dell’energia non è solo una questione individuale: è anche un tema di giustizia sociale e di innovazione. In Kenya, ad esempio, l’impresa sociale Solar Freeze, fondata nel 2016 da Dysmus Kisilu, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per aver sviluppato un sistema di celle frigorifere mobili alimentate a energia solare, pensate per aiutare i piccoli agricoltori nelle zone rurali prive di elettricità affidabile. È un esempio concreto di come la sostenibilità energetica, se ben progettata, possa migliorare la vita delle persone e creare valore ambientale, economico e umano.

Acquistare senza pensare

Il consumo impulsivo e poco consapevole ha un impatto diretto sullo sfruttamento delle risorse naturali. Abiti a basso costo, oggetti prodotti in serie, tecnologia usa e getta fanno parte di un modello economico che genera sprechi, inquinamento e disuguaglianze. In particolare, l’industria della moda è tra le più inquinanti al mondo: secondo la Ellen MacArthur Foundation, ogni secondo nel pianeta viene bruciato o gettato l’equivalente di un camion pieno di vestiti.

In risposta a questo fenomeno nei primi anni Duemila nasce il movimento slow fashion, termine coniato dalla stilista e attivista inglese Kate Fletcher nel 2007, come critica diretta al sistema del fast fashion. Ispirandosi alla filosofia dello slow food, Fletcher propone un approccio più etico, trasparente e sostenibile alla produzione e al consumo di abbigliamento.

In un’epoca dominata dalla sovrapproduzione, consumare meno e meglio è uno dei gesti più potenti per tutelare le risorse del pianeta. Un’altra grande questione riguarda l’impegno a fare più attenzione all’origine dei capi, privilegiando stoffe e abbigliamento realizzato in modo artigiano e con prodotti locali. Non si tratta soltanto di una scelta estetica, bensì un gesto politico e ambientale. Oggi anche in Italia molte sartorie indipendenti stanno recuperando la cultura del “riparare invece che buttare” portando avanti modelli di moda responsabile.

Buttare cartacce e rifiuti per terra

Stiamo per mangiare una caramella, oppure abbiamo uno scontrino in mano: quante persone ancora oggi lasciano cadere per terra piccoli rifiuti e cartacce! Meglio conservare in tasca fino al prossimo cestino utilizzabile. Altrettanto importante è conoscere la raccolta differenziata e impegnarsi a rispettare le regole.

Basta infilare un paio di guanti per fare la differenza. La nostra azione di cura può contribuire a tenere pulire i parchi e i luoghi in cui giochiamo. Ricordiamolo anche durante la prossima passeggiata. Insegnare ai bambini ad accorgersi dell’ambiente intorno a noi è un passo rivoluzionario: sarà un’abitudine per la vita.

Mangiare sempre fuori stagione

Consumare fragole a dicembre o avocado importati tutto l’anno ha un impatto ambientale molto alto. Questi alimenti, fuori stagione o provenienti da altri continenti, contribuiscono in modo significativo alle emissioni globali e al degrado del suolo, oltre a un maggiore consumo di energia e risorse idriche.

Il primo passo per iniziare è informarsi. Conoscere la stagionalità dei prodotti permette di fare scelte più consapevoli anche al supermercato, ridurre gli sprechi, migliorare l’alimentazione e persino risparmiare. La sostenibilità alimentare comincia da qui: dalle nostre abitudini quotidiane, e dalla volontà di trasformarle in scelte migliori per noi e per la Terra.

Usare (troppo!) detersivo

Quanti liquidi dannosi finiscono nei nostri scarichi? Quando utilizziamo spray e detersivi iniziamo a tenere a mente che meno è meglio: non è necessario utilizzare molto prodotto. Spesso la dose adeguata è addirittura meno rispetto a quella consigliata.

Purtroppo negli ultimi anni pubblicità e film hanno veicolato messaggi distorti, come la classica immagine del dentifricio sullo spazzolino: in realtà, come spiega ogni dentista, ne basta pochissimo. Un altro comportamento consapevole è fare a meno del detersivo, laddove possibile oppure imparare a creare spray naturali, per esempio utilizzando acqua mescolata con oli essenziali.

Restare indifferenti

L’apatia è forse il comportamento più pericoloso. Pensare che “tanto non serve a niente” o che “ci penseranno altri” significa abdicare alla propria responsabilità. Ma la storia recente dimostra il contrario.

Migliaia di attivisti locali dimostrano che la mobilitazione dal basso ha rimesso l’ambiente al centro del dibattito politico. L’informazione, la partecipazione e il coraggio di agire sono i veri antidoti all’indifferenza: una cura per la salute della Terra e per il futuro dell’ambiente.