L’avventura di Pratt in un dolce mare di libri

Nasce vicino a Losanna la Biblioteca del fumettista con i volumi accumulati in una vita. E Corto Maltese si mette ai fornelli con otto chef

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di Stefano Carli

"Avevamo trovato delle casse di stelle filanti per il carnevale e alla dogana i dancali di guardia ci giocavano. Sembrò per un momento una piccola festa malinconica". È un appunto poetico, una reverie inestimabile. Scritta a inchiostro nero sulla prima pagina di Africa senza sole del giornalista Piccinni. La calligrafia è inconfondibile: appartiene a Hugo Pratt, autore di fumetti nato nel 1927 e scomparso nel 1995, il creatore e alter ego di Corto Maltese. Chissà quando e perché il lampo della memoria è saltato fuori. Un flash, un sogno a occhi aperti. Il ricordo di un adolescente sbarcato nell’Africa italiana al seguito del padre Rolando, militare di carriera trasferito nel 1936 in Abissinia, che fa amicizia con i coetanei e impara la lingua locale in un mondo vietato agli stranieri. Arruolato nella polizia coloniale a 14 anni, il ragazzino conosce il mondo militare: le nostre truppe ma anche l’esercito inglese, francese, senegalese. Il fascino delle divise, gli stemmi, i colori, i volti gli rimarranno impressi. Pronti ad affiorare nella sua letteratura disegnata.

Il volumetto era in uno delle centinaia di scatoloni accatastati su 32 bancali chiusi da troppo tempo. Dentro, i libri accumulati in una vita intera. "Quando voglio divertirmi leggo Hegel, se voglio impegnarmi leggo Corto Maltese", scriveva Umberto Eco, che di libri ne aveva accumulati una montagna. Una montagna incantata. Lo stesso è accaduto a Pratt. Ultimato alla vigilia della morte l’inventario che aveva classificato – preservandoli intatti – i rapporti di vicinato e le affinità elettive tra libro e libro, si erano perse le tracce della sua biblioteca di Babele. Una meraviglia di carta che campeggiava nella villa di Grandvaux affacciata sul lago di Ginevra. Finché oggi è riemersa nelle sale del Villars Palace a Villars-sur-Ollon, poco lontano da Losanna.

"È stata dura ma ce l’abbiamo fatta", spiega Patrizia Zanotti. La giovane signora nata nel 1962 a Buenos Aires, sposata con Marco Steiner che ha mollato lo studio odontoiatrico per fare lo scrittore globetrotter nel nome del Maltese, due figlie di 25 e 19 anni, dal ‘79 al ‘95 è stata a fianco di un uomo eccezionale. Fino alla fine. Ha colorato le tavole di Pratt, ne è diventata la manager, ha fondato con lui la casa editrice Lizard e dirige la Cong, società che gestisce i diritti e il patrimonio artistico del mago veneziano.

Perché la biblioteca è così importante?

"È la sintesi di due mondi immaginari: quello di Hugo e quello dei suoi aficionados. Il distillato da cui sono nati Corto e gli altri personaggi, il labirinto delle rimembranze in cui perdersi. In quei volumi c’è lo spazio infinito delle emozioni e delle suggestioni, la fonte d’ispirazione riversata nel prodigio dell’opera grafica".

Pratt era un collezionista di libri?

"No, non andava a caccia di rarità e prime edizioni. I libri li leggeva e li viveva, che fossero l’Enciclopedia britannica o un romanzo tascabile. Erano gli incontri su cui costruire immagini, connessioni, dialoghi".

Con quale criterio avete allestito la biblioteca?

"Seguendo le sue scelte. Abbiamo messo insieme il deserto e gli indiani d’America, la Micronesia e la Bretagna, i grandi scrittori inglesi e il maestro Milton Caniff, i romanzi d’avventura e la letteratura fantastica latino-americana. E poi le enciclopedie, gli atlanti geografici, i diari di viaggio, i reportage di guerra, le uniformi, i miti, le leggende e l’esoterismo: la ricerca del Graal accanto alla Rosa alchemica, sulle orme della madre Evelina Genero che era appassionata di cabala e cartomanzia. Un universo a disposizione di biografi, studenti, lettori vecchi e nuovi".

I personaggi di Pratt leggono i suoi stessi libri.

"Ogni pagina è stata una scoperta. Numeri di telefono, indirizzi, dediche, appunti, frasi, sottolineature, annotazioni, schizzi. E sfogliando i libri pare di rivederlo alla scrivania mentre disegna. Stupivano la semplicità e la naturalezza del tratto, sia che usasse la matita o il pennello. L’inchiostrazione era uno spettacolo, gli acquerelli puro incantamento".

Il viaggio più bello?

"Nei Mari del Sud dove ha ripercorso le sue memorie letterarie e cinematografiche, i luoghi e gli autori della formazione. Conrad, London, Melville, i colossi di pietra sull’Isola di Pasqua, il relitto dello Yankee a Rarotonga, la tomba di Stevenson, l’ancora del Bounty".

Anche il Sudamerica è stato un luogo del destino per Pratt.

"Il regista ticinese Stefano Knuchel ha raccontato gli anni trascorsi in Argentina dal ‘49 al ‘62. Era un gruppo di amici veneziani sbarcati oltre oceano per fare fumetti, passando da una festa all’altra, dalla Patagonia alla Terra del fuoco. Nel docufilm la voce narrante di Giancarlo Giannini interpreta i ricordi di Hugo: è stato proiettato allo scorso Festival di Venezia".

In quale mare naviga ora Corto?

"È davanti ai fornelli a bordo di un veliero".

Cioè?

"Hugo e il suo amico Michel Pierre si erano divertiti a scrivere le ricette che il marinaio sperimentava nelle sue storie. È nato così Cucinare con Corto Maltese fra sapori del Pacifico, spezie antillane, granchi gratinati, spezzatino di caribù e zampe di dromedario in salsa vinagrette. La prefazione è di Massimo Bottura, otto chef propongono altrettanti piatti esotici o mediterranei e in cambusa trovi i navigatori solitari capitanati da Giovanni Soldini. Corto è fra loro, con una pentola fumante in mano".

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