Venerdì 19 Aprile 2024

L’arte di riparare (e migliorare) il mondo

Dall’antica tecnica giapponese del “kintsugi“ un messaggio per il futuro. La docente-principessa: "Insegna a prendersi cura degli altri"

Migration

di Anna Mangiarotti

Non sul trono, ma in cattedra, all’Università Popolare degli Studi di Milano, salirà senza velo la principessa araba filantropa e donna d’affari Al Reem Al Tenaiji. Da ottobre, in streaming e in presenza, insegnerà come accomodare con l’oro le spaccature delle ceramiche: kintsugi. Arte da tempo immemorabile sviluppata in Giappone.

Perché questo interesse, principessa? Affinità tra il Medio e l’Estremo Oriente? "Mentre preparavamo una pubblicazione per Awakening (la mia fondazione attiva nel promuovere il benessere personale e di intere comunità dovunque), ho incontrato il kintsugi. La filosofia che ci sta dietro ha cambiato la mia percezione del mondo. Ho imparato che quel che è rotto può essere riparato, addirittura migliorato. Essere nata negli Emirati Arabi Uniti, dove coabitano più di duecento nazionalità, mi rende facile avvicinarmi ad altre culture. Oltretutto, anche noi facciamo affidamento a metafore per esprimere bisogni ed emozioni. E aggiustare un oggetto è un po’ come riparare qualcosa di negativo che abbiamo patito".

Sua Altezza non ha difficoltà ad ammettere che non solo alle persone comuni tocca mettere insieme i cocci. "Sì, pure le principesse dicono e fanno cose di cui poi si pentono. Mia madre mi ha permesso di sbagliare. Io ho bellissimi nipoti che adoro e con i quali trascorro molto tempo, e credo utile affidare ai bambini oggetti fragili. Con il tempo imparano a prendersene cura, o a ripararli. Nella mia esperienza, accettare di non essere progettati per essere perfetti, rifiutare il modello dell’efficienza ad ogni costo, e trovare un modo di rimediare ai fallimenti, mi ha resa più forte e felice".

Ci vuole tempo e pazienza, avverte, per praticare nelle ceramiche saldature di oro o argento liquido o lacca intrise di polvere d’oro, che esaltano l’imperfezione: "Non puoi prendere scorciatoie". Dopo avere fatto workshops di kintsugi a Londra e negli Emirati Arabi Uniti, Al Reem Al Tenaiji si dice onorata di portarlo in Italia. Paese dove ha studiato, e dove ha molti amici da cui pure ha imparato molto: "Gli italiani sono tra le persone più affettuose, divertenti e interessanti che conosca. Unica, Firenze. Il paesaggio, l’architettura e l’arte rinascimentale rappresentano una festa per l’anima. Ho bellissimi ricordi dell’incontro all’Università di Arezzo con Elisabetta Belloni, allora Segretario generale della Farnesina, e del pranzo delizioso condiviso a casa sua, parlando e parlando fino a tarda notte... Ha fatto così tanto, pioniera in politica ad alto livello (di recente nominata da Draghi prima donna responsabile dell’Intelligence, ndr), che ammetto di essermi lasciata ispirare da lei nella mia missione di aiutare altre donne ad affermarsi in ruoli di potere".

Ma sul volto femminile le rughe devono rimanere segno visibile della fragilità? "Non starò qui a dire che nessuno debba mai farsi un Botox, o vergognarsi di averlo fatto. Ma mi piacerebbe vivere in una società in cui non si senta la pressione di doverlo fare. Potremmo anche trovare felicità dietro ai segni del tempo sulla nostra pelle, così da non sentirci obbligati a cancellarli. Donne e uomini indifferentemente".

Tutti uniti per creare un mondo migliore, predica la principessa di fede musulmana. Che apprezza i consigli del poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe: "Ognuno spazzi davanti alla propria porta e il mondo intero sarà pulito. Kintsugi e Awakening stanno facendo la loro parte. Invito tutti i lettori a unirsi per cambiare il mondo insieme".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro