LAMBRUSCO RECORD BOTTIGLIA DEL 1890 NELLA CANTINA CHIARLI

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Luca

Bonacini

176 raid aerei su Modena del 1944, che procurarono 368 vittime e 879 feriti, compresi i bombardamenti particolarmente violenti di febbraio, maggio e giugno che profanarono anche la porta dei Principi del Duomo, inflissero pesanti danni all’area della stazione, radendo al suolo l’azienda vinicola Chiarli. I danni causati all’impresa fondata nel 1860 da Cleto Chiarli, che aveva mosso i primi passi con la gestione dell’osteria L’Artigliere, risparmiarono un po’ di documenti dell’ archivio e una bottiglia molto vecchia che poi finì dimenticata in un armadio. Nel frattempo l’azienda vitivinicola privata più antica dell’Emilia Romagna – che negli anni ’30 del Novecento grazie ad Anselmo, figlio di Cleto, produceva con l’antico processo manuale della rifermentazione in bottiglia, oltre un milione di bottiglie – nel 1946 dopo due anni di interruzione riesce a riprendere la produzione attestandosi negli anni ’50 sui 4 milioni di bottiglie (oggi 18 milioni), grazie all’opera di Giovanni e Giorgio figli di Anselmo. Il ’59 sarà l’anno della svolta, con l’introduzione delle autoclavi per la lavorazione del metodo charmat, che favorirà l’ espansione verso i mercati esteri e nel ‘64 segnerà l’ingresso in azienda di Mauro e Anselmo, figli di Giorgio. Riordinando uno sgabuzzino, si scopre in un armadio una vecchia e pesante bottiglia in vetro, con etichetta ‘Lambrusco di Modena’. Passerà ancora una decina d’anni prima che nel ’79 Anselmo si rechi a Milano per sottoporla al parere di un esperto. L’expertise confermerà il pregio della bottiglia, che è soffiata a mano, legata a spago e riporta un’etichetta stampata a pietra. L’esperto certifica che il contenitore in vetro, oggi conservato in una teca al riparo dalla luce, venne molato nel 1890, facendone la bottiglia di Lambrusco più antica mai ritrovata. Un oggetto che partecipò nel 1900 all’Esposizione Universale di Parigi, dove la Chiarli conquistò la Mention Honorable. La storica etichetta oggi rivive nelle bottiglie del Vecchia Modena e del Premium, mentre si affaccia la quinta generazione dei Chiarli, pronta a nuove sfide.

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