È un film possente, cupo, claustrofobico, funereo. Si svolge quasi tutto in un sommergibile, uno spazio chiuso, denso di corpi sudati, ghisa, maniglie, manometri, spie elettriche. Calore delle macchine, calore dei corpi, niente da mangiare, l’acqua che preme e le mine fuori ad aspettare. È un film fatto di suoni, suoni mugghianti, minacciosi, la musica dodecafonica del mare. Con la splendida colonna sonora di Robert Del Naja dei Massive Attack. È Comandante di Edoardo De Angelis, il film di apertura della Mostra del cinema. Scritto dallo stesso regista insieme a Sandro Veronesi, Comandante vede Pierfrancesco Favino nel ruolo del capitano Salvatore Todaro, che il 16 ottobre 1940 con il suo sommergibile affonda una nave belga. Ma poi prende i ventisei naufraghi e decide di farli salire a bordo. Anche se di posto, in quel sommergibile, non ce n’è.
Pierfrancesco Favino, pizzetto alla Italo Balbo, interpreta il comandante Todaro in tutti i suoi chiaroscuri. Un uomo con la spina dorsale spezzata da un incidente in mare, costretto a vivere col torace chiuso in un corsetto di cuoio e ferro: ma a schiena dritta davanti al destino.
"È un personaggio che mi ha affascinato subito – dice Favino – Non è un don Chisciotte del mare, come disse di lui, con disprezzo, l’ammiraglio tedesco Nimitz. È un uomo che sceglie di disobbedire alla legge di guerra, per obbedire a una legge più alta. Quella del mare, per cui le vite si salvano. Se avesse lasciato quei 26 uomini a morire, nessuno avrebbe potuto dirgli nulla: era previsto dalle leggi di guerra. Ma lui fa quello che gli detta la coscienza".
Todaro è un eroe. Un eroe, ma anche un fascista convinto. Il film si presta a letture politiche del personaggio. "Ma io non ho paura di questo: con la paura non si può fare niente di artistico - dice l’attore – Avrei dovuto aver paura anche di interpretare un uomo politico controverso, un mafioso, un anarchico. Per ogni film che ho fatto avrei dovuto aver paura. Invece cerco di raccontare una storia e un personaggio che mi affascinano. Todaro era orgoglioso di essere italiano: per lui nell’essere italiano c’era anche la cultura dell’accogliere, e non di respingere".
Edoardo De Angelis tiene sempre in movimento la camera, con grande abilità, negli spazi chiusi di un film claustrofobico, nel quale la paura della morte sembra dominare. "Se non muori in questa missione, sarà in quella dopo. O in quella dopo ancora", si dice all’inizio. E in effetti, dei sommergibilisti italiani, ben pochi si salvarono, alla fine del secondo conflitto mondiale. Comandante – interpretato oltre che da Favino, da Massimiliano Rossi, Silvia d’Amico e Paolo Bonacelli – uscirà nelle sale italiane l’1 novembre..
Giovanni Bogani