Venerdì 8 Novembre 2024
STEFANO MARCHETTI
Magazine

La Trilogia di Muti: "Io, Norma e Nabucco. Tra il sacro e la Storia"

Il maestro suggella il 34° Ravenna Festival con le opere di Bellini e Verdi "Ogni volta che li riprendo, questi capolavori riescono a sorprendermi" .

La Trilogia di Muti: "Io, Norma e Nabucco. Tra il sacro e la Storia"

La Trilogia di Muti: "Io, Norma e Nabucco. Tra il sacro e la Storia"

Si scrive Trilogia, si legge tripudio. La “maratona“ con cui Riccardo Muti suggella la 34ª edizione di Ravenna Festival è una solenne celebrazione dell’opera, del bel canto, dell’arte e soprattutto del genio italiano, attraverso due capolavori, Norma di Vincenzo Bellini e Nabucco di Giuseppe Verdi, che il Maestro dirige al teatro Alighieri di Ravenna in serate successive, come in un unico abbraccio. "Sono due capisaldi del nostro ‘800 operistico e della nostra cultura", spiega Riccardo Muti che ha voluto eseguirli con la sua amatissima Orchestra giovanile Cherubini, il coro del Teatro Municipale di Piacenza (preparato da Corrado Casati) e un cast internazionale di stelle luminose fra cui il soprano Monica Conesa con il tenore Klodjan Kaçani in Norma, e il soprano Lidia Fridman con il baritono Serban Vasile per Nabucco.

Le due opere sono idealmente unite da una cornice storico sacrale: Norma è la sacerdotessa dei Galli, pronti alla rivolta contro gli occupanti romani, Nabucodonosor fu il re dei Babilonesi che nel 586 a.C. ordinò la distruzione del tempio di Gerusalemme. Emerge in entrambe il pathos di protagoniste divise fra amore e trasgressione: "La partitura di Norma ha la levatura drammatica della tragedia greca. Norma è come un bassorilievo antico – sottolinea Riccardo Muti –. Nel Nabucco ci sono ancora elementi che nascono da Bellini: la differenza sta nel fermento rivoluzionario che accompagna sempre il lirismo verdiano". A questi due titoli il Maestro ha dedicato anni della sua ricerca musicale, "eppure, ogni volta che li riprendo, emergono dettagli sorprendenti – confida –. Questi autori rivelano una precisione e un’accuratezza nitidissime". Da qui la necessità – ribadita con forza dal direttore – di rispettare ogni segno, ogni nota, ogni accento, "e soprattutto quel legato che è peculiare della nostra bellissima lingua italiana".

L’esecuzione è intensa, cristallina e di profonda emozione in ogni passaggio e ovviamente nelle perle più famose, l’iconica preghiera di Casta Diva nella Norma e lo struggente Va’ pensiero nel Nabucco, con l’orchestra e il coro in meravigliosa armonia. E a rendere ancor più grandiosa la musica, nella presentazione semiscenica, sono le scenografie virtuali create da Svccy, giovane visual artist nonché clarinettista, con il visual programmer Davide Broccoli e la lightning designer Eva Bruno: templi colossali, sculture antiche, foreste misteriose, fiamme ardenti, lo scudo dei guerrieri gallici di Norma e i leoni della Porta di Ištar a Babilonia per Nabucco evocano una classicità rivissuta nel presente, aggiungendo colore, passione e potenza alle note.

Iniziata lo scorso weekend, con spettatori arrivati a Ravenna da tutto il mondo e vere e proprie ovazioni in teatro, la Trilogia secondo Riccardo Muti proseguirà stasera con la replica di Norma e domani con Nabucco, per poi approdare venerdì 22 a un galà verdiano costellato di voci d’oro, da Ildar Abdrazakov a Luca Micheletti, Piero Pretti, Elisa Balbo o Rosa Feola: il concerto verrà proposto anche sabato 23 nel teatro bomboniera di Busseto, nel cuore delle terre verdiane, con l’incasso destinato all’acquisto di Villa Verdi, casa e tempio dell’immenso compositore. Quell’uomo che Riccardo Muti definisce sempre il musicista del futuro perché – osserva – "più si andrà avanti in un mondo di ingiustizie e di barbarie più avremo bisogno del mondo “umano“ di Verdi".