Giovedì 25 Aprile 2024

La Stranezza di Pirandello"Il caos tra realtà e finzione"

Il film di Roberto Andò con Toni Servillo protagonista e il duo Ficarra e Picone. Il regista: "Dramma e comicità, un confine che segna da sempre la Sicilia"

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di Beatrice Bertuccioli

Un Pirandello non paludato, lui, nel 1934 Nobel per la Letteratura, quasi amico di due guitti. E che concepisce il suo capolavoro, Sei personaggi in cerca d’autore, dopo avere assistito nel 1920 allo spettacolo di una scalcinata compagnia amatoriale di Girgenti. Nel bel film La stranezza, sapiente miscela di temi seri e divertimento, presentato ieri alla Festa del Cinema e dal 27 ottobre nelle sale, il regista Roberto Andò ricostruisce in questo modo la genesi della celeberrima commedia, avvalendosi di tre formidabili interpreti: Toni Servillo, anche somigliante a Pirandello, Salvo Ficarra e Valentino Picone nel ruolo di due becchini e attori da strapazzo. Perché è per dare degna sepoltura alla sua amata balia che Pirandello entra in contatto con due becchini-attori.

"Il film nasce dal desiderio di raccontare il caos, questo rapporto continuamente confuso tra realtà e finzione che per me, che sono siciliano, è parte della mia vita", spiega Andò e precisa che è vero che Pirandello si recò in Sicilia nel 1920 per consegnare un riconoscimento a Giovanni Verga per i suoi 80 anni, e è anche vero che era molto legato alla sua balia, Maria Stella, la prima a fargli conoscere le canzoni e i racconti popolari a cui lui ha poi successivamente attinto. Alla fine del film, un ringraziamento a Leonardo Sciascia. "A parte il mio rapporto con lui, che mi regalò anche una bellissima biografia di Pirandello, mi sono reso conto che il film – spiega Andò – aveva a che fare con quello che Sciascia aveva sempre scritto di Pirandello, ovvero che aveva trovato l’ispirazione per il suo teatro nel fluire contemporaneo di dramma e comicità, un po’ la cifra della vita in Sicilia".

E aggiunge: "Mi piaceva proiettare lo spettatore in una vicenda irresistibile in cui si incontrano un creatore come Pirandello, che sta per arrivare al suo culmine, e questo mondo popolare incarnato da Salvo e Valentino. E mostrare come l’atto creativo sia intriso di vita". Toni Servillo tira fuori tutta l’umanità di Pirandello. "Ho trovato immediatamente interessante – afferma l’attore – la possibilità di sottrarre Pirandello ai cliché della pesantezza intellettualistica. Il modo in cui si immagina che concepisca i Sei personaggi, mi è sembrata un’idea strana, bizzarra ma anche affascinante". E sull’incontro con due attori comici come Ficarra e Picone dice: "Mi piaceva tantissimo l’idea di poter contribuire a far cadere gli steccati che vogliono gli attori comici da una parte e quelli drammatici dall’altra. L’alchimia che credo si sia verificata tra Valentino, Salvo e me, è corrispondente alla curiosità che avevamo di incontrarci e di recitare insieme". E loro di rimando: "Per noi è stato entusiasmante recitare con Toni".

Alla fine si assiste al debutto dei Sei personaggi, il 9 maggio 1921, al Valle di Roma, e alla reazione indignata del pubblico. "È stato emozionante girare all’interno di questo gioiello del Settecento – racconta Andò – chiuso da oltre dieci anni. Sarebbe così facile ridarlo alla comunità. Per noi rimetterlo a posto, come fa il cinema, è stato un modo di prenderci cura di un bene tanto importante".

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