Lunedì 10 Febbraio 2025
MAURIZIO SESSA
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La sindrome di Stendhal. Addio alla psichiatra della bellezza che fa svenire

Morta a 96 anni Graziella Magherini. È stata la prima a codificare il disturbo. La diagnosi iniziale nel 1977 su un campione di turisti stranieri a Firenze.

La sindrome di Stendhal. Addio alla psichiatra della bellezza che fa svenire

Una psichiatra di fama internazionale. Una donna di raffinata cultura attenta al sociale. Una insostituibile moglie e madre di tre figli: Felice, Alberto e Giovanna. Ieri sera, nella sua abitazione di via delle Pinzochere, nel centro storico di Firenze, all’età di 96 anni, si è spenta Graziella Magherini, psichiatra psicanalista nota non solo agli addetti ai lavori ma anche al grande pubblico per il suo celebre saggio La sindrome di Stendhal, uscito in prima edizione nel 1989.

Sulla scorta delle osservazioni maturate come direttrice del reparto psichiatrico dell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze, Magherini analizzò e descrisse lo scompenso psicosomatico che nei turisti più sensibili provocava tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni mentre ammiravano opere d’arte di straordinaria bellezza, specialmente se localizzate in spazi limitati.

Una patologia intensa, ma di breve durata e indimenticabile: la “Sindrome di Stendhal”, appunto, chiamata così per la prima descrizione che ne diede il grande scrittore francese in viaggio in Italia, nel 1817, e in particolare all’indomani del suo passaggio proprio a Firenze: "Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere".

La prima compiuta diagnosi di Graziella Magherini risale al 1977: l’esame fu eseguito su un campione di turisti stranieri in visita a Firenze, tutti colpiti da malesseri e disagi improvvisi, a prima vista poco spiegabili. Un’analisi, quella della professoressa Magherini, che la rese famosa in tutto il mondo. "La bellezza e l’opera d’arte – ha spiegato una volta in un’intervista – sono in grado di colpire gli stati profondi della mente del fruitore e di far ritornare a galla situazioni e strutture che normalmente sono rimosse".

Nata a Firenze il 23 agosto 1927, Magherini si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università di Firenze a 24 anni, specializzandosi presso la Clinica Psichiatrica Universitaria quattro anni dopo. A 33 anni ottenne la libera docenza.

Subito dopo la specializzazione si unì in matrimonio con il professor Ivan Nicoletti, scomparso nel 2018, padre della Società Italiana di Auxologia. Nel 1951, pochi mesi dopo la laurea, Magherini divenne assistente all’ospedale psichiatrico di San Salvi e nel 1959 primario dello stesso ospedale.

Esperta in storia dell’arte, in particolare dell’opera di Michelangelo, Magherini ricoprì la cattedra di Psichiatria Psicodinamica e fu tra i fondatori dell’International Association for Art and Psychology che diresse a lungo.

Durante la sua lunga e prestigiosa carriera Graziella Magherini ha lavorato inoltre per l’aggiornamento e la formazione permanente del personale medico, paramedico e dei servizi sociali per il miglioramento della vita quotidiana dei pazienti ospedalizzati. E si impegnò per la deistituzionalizzazione dei manicomi e per la riforma del sistema sanitario. Andata in pensione, continuò con passione l’attività professionale e a coltivare molteplici interessi scientifici e culturali.

Magherini, oltre che del suo saggio più famoso, più volte ripubblicato, è stata autrice di numerose pubblicazioni e in particolare si ricordano libri come L’apoteosi contemporanea e quella odierna (con Pierandrea Lussana e Luciano Berti), Artemisia Gentileschi. Nostra contemporanea (con Luciano Berti e Monica Toraldo di Francia), Sul confine. Scritti e dipinti da un ospedale psichiatrico (con Gianfranco Zeloni).