di Riccardo Galli
Il motociclismo visto e raccontato dal suo cuore. Dalla passione e dalle ambizioni del presidente federale, Giovanni Copioli. Il motociclismo che va oltre la passione delle due ruore ma porta avanti interessi speciali e decisivi come la sostenibilità e la sicurezza.
Presidente Copioli, la Federazione di Motociclismo, la sua Federazione, sta correndo in fretta: qual è stato il segreto di questo scatto in avanti?
"Ma no (sorride ndr), non ci sono segreti. Diciamo che i numeri raccontano bene quello che stiamo facendo ed è apprezzato dai nostri affiliati. Da chi vive e vuole vivere il motociclismo in tutte le sue sfumature".
Numeri che fotografano la Fmi nella top ten delle Federazioni sportive, giusto?
"Abbiamo 1800 motoclub affiliati e circa 110mila tesserati e il bilancio è in crescita. Dunque, fra le 47 federazioni in Italia, noi siamo fra l’ottavo e il decimo posto. Non male, no? Tenuto conto anche di un altro paio di dettagli".
Quali?
"La Fmi è in regime di autofinanziamento, mentre altre Federazioni ricevono almeno l’80 per cento di introiti in altra forma. E poi noi non siamo una Federazione olimpica e anche questo comporta limitazioni non da poco".
La sua passione per la moto, il suo essere motociclista, può averla aiutata in questa avventura?
"Correre, usare e vivere la moto di sicuro ha dato una spinta alla mia passione anche di... presidente. Essere motociclista fra motociclisti è sinonimo di una vicinanza ancora più marcata".
Come quella che la Fmi ha con il territorio italiano?
"Guardi, questa estate ci siamo impegnati con un gruppo di nostri enduristi, nell’aiuto alla forestale e alla Protezione Civile, per l’avvistamento degli incendi boschi. Lo abbiamo fatto in Campania, Sicilia, Calabria. Ed è stato un successo. Girare in moto ha fatto guadagnare tempo nel realizzare avvistamenti, con la conseguenza che le autorità sono potute arrivare più velocemente in posti spi si sarebbe arrivati molto in ritardo. E se non è vicinanza al territorio questa...".
Altre iniziative?
"Abbiamo rinnovato il protocollo Fmi con l’Arma dei Carabinieri. I nostri istruttori formano chi deve insegnare uno stile di guida speciale e particolare come è quella della moto, a chi prepara i 1500 carabinieri motociclisti. E’ un impegno molto importante, il nostro. Importante e bello. ’Giriamo’ all’Arma tecniche di guida essenziali per facilitare il loro lavoro di sicurezza".
Ambiente significa anche essere vicini ai circuiti del Mugello e di Misano che sono primo e terzo nella classifica della sostenibilità?
"Assolutamente. Questo risultato che premia il Mugello e Misano evidenzia bene il concetto che il ’sistema Italia’ nella protezione dell’ambiente funziona alla grande. Le direzioni dei circuiti parlano fra loro, si coordinano con noi ed è chiaro che la Commissione Ambiente che la Fmi ha fondato nel 2017 è un riferimento prezioso".
A proposito di Misano: ma che successo è stata la Racing Night di fine luglio?
"Bello, no? E’ stata la terza edizione e il dato fondamentale che ci portiamo dietro è la crescita di interesse da parte di tutti, pubblico, media e piloti, per un qualcosa che obiettivamente era nato come un azzardo, ma che invece si sta rivelando una realtà spettacolare".
La notte di Misano potrà avere, in futuro, una replica al Mugello?
"Vediamo. Per correre la notte serve una illuminazione che Misano già ha. Nel mondo, ma qui parliamo del Motomondiale, succede solo in Qatar, dove esiste una luce che permette alle moto di girare senza fari. L’importante, al momento, è che questa Racing Night sia piaciuta e che abbia portato tanta gente a vivere una gara dai connotati unici. Il resto si vedrà".