La Russa: "Un figlio gay? Sarebbe un dispiacere, come se fosse milanista"

Il presidente del Senato intervistato da Francesca Fagnani a 'Belve'. E sulle donne: "Nel centrodestra il livello estetico è diminuito, è aumentata la qualità"

Il presidente del Senato Ignazio La Russa (Ansa)

Il presidente del Senato Ignazio La Russa (Ansa)

Milano, 20 febbraio 2023 - "Se mio figlio fosse gay? Accetterei con dispiacere la notizia. Perché sarebbe diverso da me". Non mancheranno le polemiche sulle parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato da Francesca Fagnani nella puntata di 'Belve' che andrà in onda domani sera su Rai 2, in prima serata. "Un padre etero - dice il senatore - vorrebbe che il figlio fosse come lui. Però se non mi assomiglia pazienza". Un figlio gay sarebbe "come un figlio milanista". Lui, la Russa, è interista e "ama il genere femminile". E a proposito delle donne che frequenta di più, quelle impegnate in politica, dice: "Il livello estetico è diminuito nel centrodestra". E' invece "aumentata la qualità". E le donne della sinistra? "Da quella parte non guardo". In ogni caso "la parità tra uomo e donna in parlamento non si ottiene con le quote rosa ma quando una donna grassa brutta e scema rivestirà una carica importante. Perché ci sono uomini brutti grassi e scemi che ricoprono ruolo importanti". 

Le domande della Fagnani spaziano: si parla degli attriti tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Che la Russa minimizza: "Silvio, cambiando, credo che stia cominciando a capire che Giorgia sia una leader di Stato. Non è un complimento, ma lo dico a ragion veduta". Se il presidente del Senato usa parole benevole per il Cav, non nasconde la sua "antipatia" verso un altro forzista, il deputato Giorgio Mulè: "Mules, come si chiama, Mulè non mi è simpatico, io lo dico. Non ho nemici, ma non mi è simpatico". 

Accusato nel tempo di nostalgie fasciste, la Russa giorni fa ammetteva di possedere un busto di Mussolini. "Ne ho uno che mi ha lasciato mio padre, non vedo perché dovrei buttarlo, non lo butterò mai", ha detto. Oggi a Belve confessa che lo ha ceduto alla sorella: "Lo vuole lei, dice che papà l'ha lasciato a noi e non a me". In tema di fascismo "sarebbe bello fare le battute, il politicaly correct lo odio", ma "manca a capacità di separare le cose importante, da cose dette in un altro senso, quindi ci devo stare attento". Niente ironia dunque, perché il rischio è vedersi sommerso dalle critiche. Ma anche con i discorsi seri non è detto che le critiche non arrivino. Soprattutto dopo la messa in onda del programma. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro