La promessa dei Negramaro "Torneremo in Contatto"

Esce oggi il decimo disco della band capitanata da Giuliano Sangiorgi

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di Andrea Spinelli

Equilibrismi. I Negramaro sono ormai si sono abituati a camminare sul filo. E come il predecessore Amore che torni era arrivato ad esorcizzare la paura di guardare giù dopo la crisi che aveva spinto Giuliano Sangiorgi a volare oltre Atlantico in cerca di risposte sul futuro, il nuovo Contatto scaccia la vertigine del vuoto precipitata sul sestetto salentino dall’emorragia cerebrale che ha tenuto per settimane il chitarrista Emanuele Spedicato tra la vita e la morte.

"Se Lele non fosse tornato, io non avrei più fatto il musicista e non me ne sarebbe fregato nulla di scrivere altre canzoni" ammette lo stesso Sangiorgi, 41 anni. "Invece lui ha lottato come un leone per rimanere aggrappato alla sua famiglia e a noi. Alla fine, è riuscito a non cambiarci la vita e di questo lo ringrazio, lo ringrazierò, ogni giorno. Ma c’è mancato poco che lo stress per la sua malattia e il dolore di dover andare in tour senza di lui non facessero ammalare pure me. Non sono stato bene per mesi, fin quando la mia compagna Ilaria non mi ha dato la scossa; sono andato in studio e la prima cosa uscita dalla mia penna è stato il brano Noi resteremo in piedi, il nostro motto di resistenza e di speranza".

Contatto è il vostro decimo disco in diciassette anni. Ne avete fatta di strada.

"Abbiamo iniziato a ‘costruirlo’ a dicembre nello studio milanese del nostro tastierista e, in questa occasione produttore, Andrea ‘Andro’ Mariano. Santo, santo, santo Danilo Tasco (il batterista - ndr), che con la sua gran voglia di registrare ci ha permesso di mettere da parte il materiale su cui abbiamo poi lavorato durante il lockdown".

Quando vi siete ritrovati fisicamente assieme?

"Il 4 maggio, fine del lockdown, per noi ha coinciso con un formidabile assembramento musicale; quello al Forum Village di Roma per le registrazioni con la Sinfonietta di Morricone. Orchestrazioni e arrangiamenti da Stefano Nanni, storico collaboratore di Luciano Pavarotti. Giornata molto emozionante perché, ci hanno spiegato i professori con le lacrime agli occhi, riprendere in mano gli strumenti di nuovo assieme ha rappresentato per tutti un ritorno alla vita".

In un brano c’è Madame, in altri affiorano citazioni per Battiato e Ferretti, mentre il testo de La terra di nessuno dice “Incontriamoci laddove nasce quel vento E riempiamolo di Dalla e di un suo canto”. Perché?

"Perché penso che il mondo sarebbe un posto migliore popolato dai sogni che ‘irregolari’ come gli Anna e Marco della canzone provano ad inseguire in sella ad un vecchio motorino dall’altra parte della luna. Mi piace immaginare un pianeta post-Covid che torna a guardare la diversità come un valore e non come una distanza. In questo gli Anna e Marco sono i nuovi Adamo ed Eva".

Ieri sera avete suonato dal vivo sulla piattaforma streaming A-Live, da lunedì sarete ospiti nelle radio. E i concerti?

"Abbiamo gli stadi prenotati per l’estate prossima, ma non possiamo far altro che aspettare l’evolversi della situazione. La musica è contatto, è gioia, è vita. Per questo se fra due anni le cose stessero ancora così, cambio mestiere".

Parola di Negramaro.

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