di Stefano Marchetti A Lourdes ognuno porta con sé ciò che ha di più caro, ciò che tiene nel cuore: una sofferenza, una ferita, un desiderio, un ricordo, un’implorazione, una speranza. In questo luogo, dove si incontrano pellegrini di ottanta nazionalità e si prega in tutte le lingue del mondo, Riccardo Muti, insieme all’orchestra giovanile Luigi Cherubini, ha portato una preghiera solenne e universale, quella della musica, che parla di bellezza, di fratellanza e – tanto più oggi – di pace. L’altra sera, proprio nel giorno dedicato a San Benedetto, patrono d’Europa, l’esplanade del santuario di Lourdes si è ammantata delle note dell’applauditissimo concerto delle “Vie dell’amicizia“ con cui Ravenna Festival da 25 anni approda anche in terre lontane. Tremila spettatori – fra cui numerosi disabili, accolti da L’offrande musicale, il festival inclusivo diretto dal pianista David Fray – per un toccante abbraccio che dai capolavori della musica e dell’arte italiana si è esteso fino all’eredità popolare della tradizione basca e occitana, e all’intensa vocalità delle culture dell’Est: al concerto, infatti, hanno partecipato anche gli artisti del coro del teatro dell’Opera di Kiev che già dalla scorsa primavera Cristina Mazzavillani Muti – anima e ‘regista’ del festival – ha chiamato a Ravenna. "È stata una serata all’insegna della spiritualità", confida il Maestro Muti. E non è (solo) questione di fede: "Possiamo essere cattolici, protestanti o buddisti, ma tutti possiamo unirci per un mondo migliore", aggiunge. La Luce dei misteri del Rosario, che Marko Ivan Rupnik ha trasposto nei mosaici sulla facciata della basilica, si è riflessa nello splendore di un ricco percorso musicale, a partire dal superbo Magnificat di Vivaldi con le voci soliste del soprano Arianna Vendittelli e del contralto Margherita Maria Sala. Poi la profondità dell’eucaristico Corpo di Cristo intonato dal coro di Kiev, e il canto struggente (composto da ...
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