Giovedì 25 Aprile 2024

La preghiera di Muti abbraccia Lourdes

Una serata all’insegna della spiritualità con il concerto delle “Vie dell’amicizia“. Domani sera la replica al santuario di Loreto

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di Stefano Marchetti

A Lourdes ognuno porta con sé ciò che ha di più caro, ciò che tiene nel cuore: una sofferenza, una ferita, un desiderio, un ricordo, un’implorazione, una speranza. In questo luogo, dove si incontrano pellegrini di ottanta nazionalità e si prega in tutte le lingue del mondo, Riccardo Muti, insieme all’orchestra giovanile Luigi Cherubini, ha portato una preghiera solenne e universale, quella della musica, che parla di bellezza, di fratellanza e – tanto più oggi – di pace. L’altra sera, proprio nel giorno dedicato a San Benedetto, patrono d’Europa, l’esplanade del santuario di Lourdes si è ammantata delle note dell’applauditissimo concerto delle “Vie dell’amicizia“ con cui Ravenna Festival da 25 anni approda anche in terre lontane.

Tremila spettatori – fra cui numerosi disabili, accolti da L’offrande musicale, il festival inclusivo diretto dal pianista David Fray – per un toccante abbraccio che dai capolavori della musica e dell’arte italiana si è esteso fino all’eredità popolare della tradizione basca e occitana, e all’intensa vocalità delle culture dell’Est: al concerto, infatti, hanno partecipato anche gli artisti del coro del teatro dell’Opera di Kiev che già dalla scorsa primavera Cristina Mazzavillani Muti – anima e ‘regista’ del festival – ha chiamato a Ravenna. "È stata una serata all’insegna della spiritualità", confida il Maestro Muti. E non è (solo) questione di fede: "Possiamo essere cattolici, protestanti o buddisti, ma tutti possiamo unirci per un mondo migliore", aggiunge.

La Luce dei misteri del Rosario, che Marko Ivan Rupnik ha trasposto nei mosaici sulla facciata della basilica, si è riflessa nello splendore di un ricco percorso musicale, a partire dal superbo Magnificat di Vivaldi con le voci soliste del soprano Arianna Vendittelli e del contralto Margherita Maria Sala. Poi la profondità dell’eucaristico Corpo di Cristo intonato dal coro di Kiev, e il canto struggente (composto da Hanna Havrylec) di una mamma e di una bimba ucraine che avanzano a piccoli passi e pronunciano parole dolorose, "Santa Madre di Dio, proteggici dai nemici che ci opprimono".

Ed ecco Mozart e il suo brioso Concerto n. 1 in re maggiore, con la standing ovation per il cornista Felix Klieser, straordinario interprete: nato senza braccia, ha trasformato il suo handicap in eccellenza. Il suo è un esempio di forza, di coraggio, di impegno contro le difficoltà. Dall’interno della basilica, come un’eco, l’Ave Maria in basco affidata alla voce di Beñat Achiary, poi in prima linea le giubbe rosse dei “Chanteurs Montagnards“ di Lourdes e di Tarbes, custodi della tradizione della lingua occitana, la stessa in cui nel 1858 la “Bella Signora“ si rivolse alla piccola Bernadette, alla grotta di Massabielle.

Alla potenza dello Stabat Mater e del Te Deum, i pezzi sacri di Giuseppe Verdi, Riccardo Muti affida un messaggio di eternità, "In te, Domine, speravi", "Signore, ho riposto in me la mia speranza". "Queste sono le ultime parole scritte da Verdi – sottolinea il Maestro –. Tanti si sono chiesti se Verdi avesse fede oppure no: io credo che in questi brani si legga un afflato, la ricerca di un aldilà, in un’energia cosmica. Chi è capace di far suonare in quel modo il Miserere lo fa perché si pone il problema dell’esistenza di un essere superiore".

Per l’ultimo atto del concerto, il silenzio avvolge la grande piazza del santuario. L’immagine della Vergine, la Donna vestita di luce, avanza lentamente, come ogni sera, al termine della processione con i flambeaux, e arriva sul sagrato. "Un momento rarefatto che ho vissuto con particolare intensità", ammette il maestro Muti. Un coro di cento bimbi delle scuole di Lourdes esegue l’Ave Verum Corpus di Mozart. E sull’Amen finale, lo sguardo è rivolto a Lei, alla Madre da cui tutti – di ogni popolo, di ogni credo – si rifugiano, anche lungo le “Vie dell’amicizia“ che domani sera arriveranno al santuario di Loreto, per il bis del concerto. E per una nuova preghiera.

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