GIOVANNI BOGANI
Magazine

La nuova Micaela Ramazzotti: "Finalmente libera con la mia Felicità"

La vittoria a Venezia al debutto da regista: "Ma il premio vero è stato riuscire a realizzare il film".

La nuova Micaela: "Finalmente libera con la mia Felicità"
La nuova Micaela: "Finalmente libera con la mia Felicità"

Venezia, 18 settembre 2023 – Applaudita e premiata alla Mostra del cinema di Venezia, Micaela Ramazzotti è stata una delle sorprese del festival. Ha vinto il premio del pubblico Armani Beauty con Felicità, presentato a Orizzonti Extra: un film che ha scritto, diretto e interpretato. Felicità: un titolo beffardo per una storia di amori tossici, ferite dell’anima, struggente cognizione del dolore. Il film uscirà nelle sale italiane giovedì. Ieri, Micaela è stata ospite del Capalbio Film Festival, giovane e vivace rassegna di cinema, che ha puntato i riflettori, in questa edizione, su protagoniste donne del cinema italiano. Liliana Cavani, Claudia Gerini, Francesca Inaudi, Margherita Buy, la sceneggiatrice Federica Pontremoli, le giovani attrici Yle Vianello e Silvia d’Amico. Frammenti di un universo in crescita.

Micaela ha raccontato le sue emozioni in questi giorni, subito dopo la Mostra. I giorni del riscatto per un’attrice che, nonostante molte interpretazioni memorabili, nonostante un David di Donatello e quattro Nastri d’argento vinti, è sempre stata considerata istintiva, selvaggia, naif. E che in Felicità ha fatto invece scoprire, oltre all’anima e al cuore che conosciamo, anche una grande maturità espressiva.

Cosa pensa del premio vinto a Venezia?

"Ma il mio premio io l’avevo già avuto: riuscire a realizzare questo film, e ricevere un invito per la Mostra del cinema. Per il resto, ci sono artisti bravissimi che non hanno mai vinto un premio in tutta la loro vita. Anche chi non ha mai vinto niente può valere molto. Per me il premio è stato fare il film. L’ho scritto con un entusiasmo enorme, avendo in mente già gli attori che lo avrebbero interpretato: Max Tortora, Anna Galiena, Matteo Olivetti, Sergio Rubini. E poi c’era Desirée, il mio personaggio. Un mix di tutte le donne fragili – ma anche forti – che ho interpretato. L’ho girato tutto in trenta giorni, dovevo farcela, e ce l’ho fatta".

La sera della premiazione, con la commozione che le saliva in gola, in Sala Grande a Venezia, ha ringraziato tutti i suoi collaboratori, i figli Jacopo e Anna. Perché non il regista Paolo Virzì, suo compagno e marito per una decina d’anni, padre dei suoi figli, regista di molti film dove lei ha lavorato, dal quale si è definitivamente separata quest’anno?

"Perché? Perché il momento che sto vivendo è questo: io sono separata, e ringrazio chi mi sta accompagnando in questo momento della mia vita: i miei figli, e chi mi è vicino adesso".

Senza rancore, ma anche senza tentennamenti.

"Grazie al cinema sono riuscita a raccontare certi sentimenti, certe emozioni. Con il cinema non ho paura, non ho vergogna. Sono riuscita a raccontare una donna che, a quarant’anni, dà ancora retta al padre e al compagno, senza riuscire a tirare fuori il suo carattere", dice. E forse, è anche un modo per rispondere alla domanda precedente.

Nuovi lavori in corso?

"Intanto se immagino Desirée, adesso, la penso felice. E immagino felice anche suo fratello. Nel mio film c’è speranza: lui adesso starà a raccogliere nocciole, nella comunità di recupero, chissà. E magari mi viene voglia di raccontare ancora le loro storie: ma ci vorrebbe una serie, per raccontarle fino in fondo. Adesso però voglio godermi questo momento, accompagnare il film nelle sale italiane, e poi riprenderò il mio mestiere principale: fare l’attrice". E questo inverno uscirà la serie Sky Un amore, che la vede protagonista insieme a Stefano Accorsi.