Giovedì 18 Aprile 2024

"La nostra reunion? Sarà perché ci amiamo"

Il gruppo torna con un album doppio e fa i conti col passato: "Siamo partiti in quattro ed è giusto arrivare fino in fondo in quattro"

di Andrea Spinelli

L’emozione del ritorno, i sorrisi, i fiori, e l’eco di quella standing-ovation che gli è rimasta nelle orecchie per un anno intero. Ai tanti momenti della loro vita in hit parade, i Ricchi e Poveri nel 2020 hanno dovuto aggiungere pure il fiato sospeso di una reunion che l’arrivo della pandemia ha cristallizzato al trionfo di Sanremo bloccando sine die album e tour.

Poi qualcosa s’è mosso e il doppio cd celebrativo è arrivato nei negozi, consentendo ad Angela Brambati, Franco Gatti, Marina Occhiena e Angelo Sotgiu di riprendersi, se non il palco, almeno il centro della scena.

Di nuovo insieme, perché?

Franco: "Perché ho sempre pensato che siamo partiti in quattro ed è giusto arrivare in fondo in quattro".

State assieme da cinquantacinque anni o giù di lì.

Angela: "Franco e Angelo cantavano assieme già nei Jets, io venivo da I Preistorici, mentre Marina era una mia amica. L’idea del quartetto polifonico piacque a Fabrizio De André, che fu il primo a credere in noi e ci procurò un’audizione in una casa discografica milanese. Purtroppo, non andò. E lui ci disse: “questi di musica non capiscono niente, ce la farete lo stesso“. Aveva ragione".

Poi arrivò Franco Califano.

Angela: "Persona splendida e generosa. Fu lui a battezzarci Ricchi e Poveri perché, diceva “siete ricchi di spirito, ma poveri di tasca“. Poi, però, questo lavoro ci ha portato esperienza e soddisfazioni, così oggi siamo un po’ meno poveri di tasca e ancora più ricchi di spirito. Califano pensò pure al look: i capelli ossigenati di Angelo furono un’idea sua così come i miei, cortissimi, ispirati alla moda imperante nella swingin’ London".

Quanto a vendite, fra i gruppi italiani solo i Pooh hanno fatto meglio di voi.

Franco: "Già, ma nell’81, quinta al Festival, Sarà perché ti amo diventò la canzone più venduta dell’anno in Europa con oltre 7 milioni di dischi".

Il cammino dei Ricchi e Poveri s’è incrociato spesso con quello del Festival: oltre alle dodici partecipazioni e alla vittoria del 1985, è lì che siete rimasti in tre e che vi siete ritrovati.

Angela: "Effettivamente il Festival di Sanremo è sempre stato complice della nostra vita. Quindi sentiamo di avere un debito di riconoscenza verso quel palcoscenico".

Marina: "Il nostro primo Festival arrivò nel ’70 quasi inaspettato. Morandi decise di non cantare La prima cosa bella e chiamarono noi".

Franco: "Stessa cosa l’anno dopo con Che sarà. A quel punto pensammo di dirgli: Gianni, avvertici quando non ti piace una canzone".

Nel doppio album ReuniOn avete ripreso in mano il vostro passato per dargli una connotazione nuova. Compreso Che sarà, che riproponete dopo 50 anni, ancora cantata con José Feciano.

Marina: "Ho dovuto recuperare quei successi che mi sono mancata nei miei 39 anni “fuori dal coro“. E il maestro Lucio Fabbri li ha riarrangiati per 4 voci".

Angelo: "Avevamo deciso di rifare 18-19 pezzi, poi alla fine siamo arrivati a 21, ma non potevamo andare oltre se non ci sarebbe voluto un triplo album".

In queste operazioni c’è sempre almeno una canzone a cui dare una seconda chance.

Angelo: "Sì, nel caso di questo disco potrebbe essere Coriandoli. Tocca il cuore".

Franco: "... Nonostante fosse la sigla di Tante scuse, una trasmissione televisiva di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, era rimasta un po’ nell’angolo. Ricantandola con Lucio Fabbri è stato come incidere una canzone nuova".

Mai sofferto il binomio tra canzone d’autore e pop?

Angelo: "Il fatto che un mese fa Roberto Vecchioni abbia cantato con noi in tv La prima cosa bella significa che le distinzioni hanno un valore relativo. E che ci sono autori con la maiuscola pure nel pop".

Secondo De Gregori quella vostra de La donna cannone è una delle versioni riuscite meglio.

Franco: "L’ha detto pure ad Angelo incontrandolo una volta in aereo. Effettivamente la nostra è una versione molto particolare; tutti puntano sul romanticismo di quel pezzo mentre noi l’abbiamo avvicinato da un’altra direzione".

Come vedreste un musical con le vostre canzoni?

Angela: "Non vediamo l’ora che qualcuno ce lo proponga. Ma sarebbe stupendo se ci fosse l’interesse pure del cinema, la nostra è una storia... da film".

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