Mercoledì 24 Aprile 2024

"La nostra fantascienza è adesso" Arriva Avatar 2. E ritorna il 3D

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di Beatrice Bertuccioli

Sembra di poterli accarezzare soltanto allungando una mano quei pesci che si muovono nell’acqua cristallina. Il 3D regala emozioni speciali che si erano un po’ dimenticate, così come questa forma di racconto cinematografico. Ora viene rilanciata da Avatar: la Via dell’Acqua, sequel del film del 2009 tuttora maggiore incasso della storia del cinema. Sempre frutto del genio visionario di James Cameron, creatore del mondo fantastico di Pandora e degli esseri azzurri dalle orecchie aguzze e la lunga coda, arriveranno poi anche Avatar 3 e Avatar 4 (quest’ultimo, forse, in due parti).

In Avatar: la Via dell’Acqua, dal 14 dicembre al cinema, la famiglia Sully, ora composta anche dai figli di Jake e Neytiri, è costretta a lasciare la propria casa e cercare salvezza in un’altra parte di Pandora. Nel cast, tra ritorni e new entry, Zoe Saldana, Sam Worthington, Sigourney Weaver, Kate Winslet, Stephen Lang e Vin Diesel. Dal 22 settembre, intanto, tornerà nelle sale, rimasterizzato, il primo Avatar. In collegamento dalla Nuova Zelanda, dove sono stati girati tutti i nuovi capitoli, parla di questa grande avventura il produttore Jon Landau.

Landau, come mai il sequel arriva tredici anni dopo il primo film?

"Perché James Cameron voleva realizzare tutti i sequel contemporaneamente e quindi era necessario che fossero pronte tutte le sceneggiature. Nel frattempo ha studiato gli oceani e messo a punto nuove tecnologie. Si vedranno effetti mai visti prima. Nel film recitano attori in carne e ossa, mentre altri personaggi e immagini sono create con la computer grafica. Riuscire a fondere questi due aspetti del lavoro è stata una delle sfide più difficili, così come realizzare la performance capture sott’acqua".

Dunque la storia prosegue?

"Ogni film è compiuto in sé, con una propria storia e conclusione. Nel complesso è una saga epica e avvincente. In Avatar: la Via dell’Acqua, James affronta temi universali. E cosa c’è di più universale della famiglia, non solo quella biologica ma anche quella che uno sceglie? La famiglia Sully deve lottare per sopravvivere e gli adolescenti per trovare un loro posto nel mondo. E un altro tema è quello del rispetto dell’ambiente. In un film non si possono fare prediche. Se ne parla usando la fantascienza come metafora del mondo in cui viviamo".

Anni fa sembrava che il 3D fosse destinato a un grande futuro. Poi, invece, è stato di fatto abbandonato.

"Il problema è del modo in cui è stato usato il 3D. Non è un qualcosa che rende belli i film brutti. Se un film è bello, in 3D diventa migliore, ma se è fatto male, peggiora. Ora è stato anche perfezionato e speriamo che Avatar apra la strada ad altri film realizzati in questo modo".

Una speranza di salvezza per le sale che, almeno in Italia, dopo la pandemia, sono disertate del tutto o quasi dal pubblico.

"Ricordo un articolo del New York Times del 1983 in cui si diceva che l’avvento delle videocassette avrebbe ucciso il cinema in sala. Non è successo e non succederà se terremo alta la qualità dei film e delle sale. La gente è uscita di casa per andare a vedere Spider-man o Top Gun: Maverick. Ascoltare la musica in streaming non potrà mai essere come andare a un concerto, così come è diversa e insostituibile la visione di un film in sala. E certo un film in 3D come Avatar, a casa non si può vedere".

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