La musica è donna e black I Grammy incoronano sei regine

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Come alle nomination degli Oscar, meglio che alle nomination degli Oscar: la musica Usa consacrata dalla 63ª edizione dei Grammy Awards è nera e donna. Spesso, donna nera. Con le conferme dell’altra notte (miglior video musicale quello con la figlia di 9 anni Ivy Carter Brown Skin Girl migliore performance rap e migliore canzone rap con Savage insieme a Megan Thee Stallion e migliore performance R&B con Black Parade) la quota dei Grammy vinti da Beyoncé sale a 28, e supera così ogni primato; la cantautrice black H.E.R. (appena candidata anche all’Oscar) impone l’inno di Black Lives Matter I Can’t Breathe come brano dell’anno, e la rapper nera Megan Thee Stallion si porta a casa tre Grammy tra cui miglior artista emergente (Best New Artist) e miglior canzone rap (prima donna a vincere in questa categoria). A Billie Eilish con il singolo Everything I Wanted va il trofeo per il "disco dell’anno", altra vittoria consecutiva dopo l’incetta di premi del 2020; l’album dell’anno (Folklore) è di un’altra super-ragazza, Taylor Swift, la prima donna ad aver vinto ai Grammy nella categoria per la terza volta eguagliando primati appartenuti a Frank Sinatra, Stevie Wonder e Paul Simon. Ancora, Fiona Apple premiata per il miglior album di musica alternative e performance rock. Beato tra le regine Harry Styles, Grammy per la “Best Pop Solo Performance”.

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