La grande storia si occupa di guerre, giochi di potere, macro scenari politici ed economici. Ma dietro ogni grande personaggio o casata ci sono vicende private, sentimenti, piccoli e grandi drammi familiari che solo scambi epistolari, cronache minute, faccenducole quasi da gossip possono restituire a chi abbia voglia di indagare e scoprire il volto meno noto dei signori di epoche lontane. E’ esattamente ciò che fa Carla Maria Russo che frequenta biblioteche e archivi alla ricerca di fatterelli trascurati riportati dalle fonti ma che pongono sotto una luce inedita e più umana anche gli eccellentissimi di un tempo. Dopo essersi dedicata alla famiglia Sforza, ha volto la sua attenzione sui Medici e in particolare su Cosimo I, il duca figlio di Giovanni Dalle Bande Nere e nipote di Caterina Sforza, che rende protagonista di ’La figlia più amata - Storia delle sorelle Medici’ (Piemme), in cui, appunto, squarcia il dietro le quinte di colui che consolidò il potere della casata, pur partendo da una situazione svantaggiata.
In pieno Cinquecento un uomo che amava le donne...
"La sua preferenza per le figlie femmine è acclarata. A 17 anni ebbe da una donna che rimase ignota l’amatissima Bia, che morirà tragicamente gettandolo nello sconforto più acuto. Poi dalle nozze con Eleonora di Toledo le altre tre, Lucrezia, Maria e Isabella. Ebbe anche maschi, tra cui il suo successore Francesco, ma lo delusero sempre, al contrario delle femmine che tuttavia finì col rovinare proprio per il troppo amore, soprattutto Isabella".
Femminista per istinto o per cultura?
"La figura paterna mancò dalla sua infanzia che trascorse con la madre Maria Salviati, una donna tenera, affettuosa, che lo difese dalle trame di chi lo invidiava perchè molto amato dal popolo. Probabilmente proprio nella forza della madre, vide quella di tutte le altre donne che stimò profondamente. Una situazione insolita per quei tempi, come singolare fu la sua volontà di fare crescere i figli in famiglia. Non si sottrasse mai al ruolo genitoriale insieme alla moglie, con cui condusse un menage sempre affiatato, tanto che non si conoscono amanti né figli avuti fuori dal matrimonio".
Però non poté non inchinarsi alla ragion di Stato combinando matrimoni di potere per Maria e Lucrezia....
"Dobbiamo calarci in quel momento storico. Cosimo si trovò a fare il politico quando l’Italia era un territorio di conquista delle due grandi superpotenze dell’epoca, Spagna e Francia. Non ha la forza economica perresistere e dunque, come tutti, si barcamena facendo sua la filosofia del Guicciardini di pensare solo al ’particulare’. Così sacrifica le figlie maritando Lucrezia al duca Alfonso d’Este e promettendo Maria, la primogenita, ad Alfonso II d’Este. Ciò che colpisce fu il destino tragico di tutte e quattro le sorelle. Anche Isabella divenne vittima di una scelta di possesso paterno: per non farla allontanare da Firenze scelse per lei Paolo Giordano Orsini, uno squattrinato facilmente ricattabile che accettò l’umiliante situazione di avere una moglie lontana. E il cugino Troilo mandato per controllare la moglie finì per diventare il suo grande amore, anche se rimase sempre ipocritamente legata al marito. Una situazione che si trascina fino ai giorni nostri: il costo della libertà è spesso troppo elevato per affrancarsi dagli obblighi sociali e affrontare il biasimo generale".
La storia ci ha però tramandato un’Isabella crudele...
"Le grandi donne all’epoca erano un’eccezione rispetto a una condizione femminile che nel 99,9% dei casi era di sottomissione, obbedienza. Isabella era colta, era stata educata a cacciare, ad andare a cavallo, era bella e protetta dal padre e quindi la narrazione becera rispetto a una privilegiata è quasi scontata. Del resto dura anche oggi. Anche se Isabella non è mai stata una donna di potere come normalmente s’intende. La sua disgrazia comincia quando conosce l’amore vero e si trova davanti al bivio: lascio casa e ricchezza o vivo di compromessi? Sceglie la finzione e una finta serenità e finisce vittima di femminicidio".
Cosimo però non era solo un padre amorevole con le figlie. Anche con la moglie Eleonora improntò un rapporto paritario...
"Beh diciamo che l’amava e la viziava, l’assecondava in ogni desiderio. Lei che fu una salutista ante litteram e amava vivere nel verde lo obbligò a comprare Palazzo Pitti trasformando il terreno intorno nei Giardini di Boboli di cui ancora godiamo".
Lorella Bolelli