Giovedì 18 Aprile 2024

"La mia voce per Morricone, lui era la musica"

Il soprano premiato al Buk festival di Modena: "Anche il suo solo respiro suscitava emozione". E ora esce un cd con gli inediti di Ennio

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di Michele Manzotti

È lei la voce di Ennio Morricone dal vivo: C’era una volta il West, Il buono, il brutto, il cattivo (Ecstasy of Gold), Giù la testa (Sean Sean). È sua la voce straordinaria alla quale per tanti anni il maestro ha affidato il suo repertorio in tour. Una lunga serie di concerti che si è interrotta con la scomparsa di Ennio, il 6 luglio scorso a 91 anni. E mentre viene annunciato che il 6 novembre uscirà l’album Morricone Segreto con 7 brani inediti, al soprano Susanna Rigacci, nata in Svezia ma fiorentinissima, figlia del compositore e direttore Bruno, va la prima edizione del Buk Film festival Award (dedicato a cinema e letteratura), a Modena fino a domani, proprio per la collaborazione artistica con il compositore premio Oscar. La consegna in occasione del Gala Buk 2020, con il premio speciale Buk a Veronica Pivetti (info bukfestival.it).

Susanna, Morricone quale eredità ha lasciato?

"Un’eredità importante che riguarda diversi settori della musica, non solo quello più noto destinato ai film. Ad esempio la sua produzione legata alla contemporaneità del Novecento, chiamata musica assoluta. Basta leggere una delle sue composizioni per capire come lui avesse una grandissima conoscenza di tutta la strumentazione e una particolare attenzione per la voce. Un repertorio che testimonia una ricchezza sonora incredibile".

In quale occasione lo ha conosciuto?

"Proprio grazie alle musica assoluta. Ero a Roma venti anni fa per interpretare un concerto di musica contemporanea. In programma c’era il suo Frammenti di Eros, un brano che prevede un testo in cinque lingue diverse. Lui era tra il pubblico e mi ha raggiunto durante l’intervallo. Mi chiese di andare in tour con lui. Era un sogno che speravo da tempo si realizzasse".

Molti conoscono il Morricone autore, ma lei ha potuto vederlo da vicino come direttore. Com’era sul podio?

"Il suo grande rigore era pari al grande rispetto che aveva della musica. Standogli accanto percepivo il respiro e conoscevo i suoi gesti che puntavano alla precisione assoluta. Un pezzo potevamo ripeterlo tante volte, perché in questo modo lo studiava e ristudiava alla ricerca di un colore e di un effetto particolare. Così ogni concerto era una crescita, in cui i pezzi venivano ricreati per suscitare emozioni".

Ha in programma di riproporre i suoi pezzi in concerto?

"Assoluramente, e anche la musica contemporaea che ho citato prima. Mi piace ricordare il pezzo Wow, un pezzo a cappella che eseguo da sola. Sono brani che lui stesso amava e che meritano di essere eseguiti. Morricone era unico nel suo stile e nella grandezza che gli è stata riconosciuta".

Riesce a intravedere qualcuno che sta percorrendo una strada analoga?

"È difficile rispondere perché ci sono tanti musicisti validissimi, anche delle nuove generazioni. Per quanto mi riguarda, oltre al sodalizio professionale c’è un aspetto personale con l’affetto legato alla sua persona. Per questo non riesco al momento a individuare un musicista che possa assomigliare a lui".

Lei ha interpretato tanti autori e la sua notorietà è arrivata grazie al repertorio barocco.

"Mi sento molto legata alla musica barocca. Avevo cominciato con il Belcanto, poi dopo un’audizione sono stata chiamata da Claudio Scimone, direttore de I Solisti Veneti. Avevo venti anni e mi ha insegnato molto: ho inciso tanti dischi e studiato autori come Vivaldi e Galuppi. Recentemente sono stata chiamata a curare un corso di opera studio al festival di Guardiagrele in Abruzzo, dove con gli allievi vengono allestite due opere, una delle quali barocca. Dai giovani, tantissime richieste di partecipazione".

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