Giovedì 25 Aprile 2024

La mano di Sorrentino si allunga sugli Oscar

Il film autobiografico del regista (con Maradona sullo sfondo) sarà il candidato italiano per entrare nella cinquina. "Dal dolore si è generata gioia"

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di Giovanni Bogani

È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo e Luisa Ranieri, è il film scelto per rappresentare l’Italia nella corsa verso l’Oscar per il miglior film internazionale. Sarà una corsa lunga: questo è soltanto il primo passo. Adesso sarà la Academy, l’ente che assegna gli Oscar, a gestire il centinaio di candidature arrivate da tutto il mondo. Il 21 dicembre prossimo sarà annunciata una “shortlist“ di quindici film. Fra questi sarà scelta la cinquina dei candidati, che sarà annunciata l’8 febbraio 2022. Ultimo atto, la cerimonia degli Oscar, il 27 marzo prossimo, a Los Angeles. "Questo è il mio film più importante e doloroso, e sono felice che tutto questo dolore oggi sia approdato alla gioia", dice il regista Sorrentino, nell’apprendere la notizia.

La commissione italiana, istituita dall’Anica, associazione degli industriali cinematografici, vedeva fra i suoi membri il direttore della Mostra del cinema di Venezia Alberto Barbera, la presidente dei David di Donatello Piera Detassis, i produttori Benedetto Habib e Federica Lucisano, i giornalisti Paolo Mereghetti e Anna Praderio. Paolo Sorrentino è l’ultimo regista italiano ad aver vinto l’Oscar per il miglior film internazionale, prima denominato "per il miglior film non in lingua inglese". Sorrentino aveva vinto nel 2014 con La grande bellezza, e aveva dedicato il premio a Diego Maradona, il fuoriclasse argentino a cui si richiama anche il titolo di questo film: "È stata la mano di Dio" è la frase con cui Maradona giustificò, con spavalda ironia, il suo gol di mano all’Inghilterra ai Mondiali del 1986.

Prima di Sorrentino, il premio era andato nel 1999 a La vita è bella di Roberto Benigni. Negli ultimi vent’anni, con l’eccezione de La grande bellezza, l’Italia non è mai più entrata nella cinquina dei candidati. Molto meglio in passato, con gli Oscar a Tornatore – Nuovo cinema Paradiso – e Salvatores – Mediterraneo – e ancora prima, negli anni ‘60 e ‘70, quando De Sica e Fellini avevano vinto quattro Oscar ciascuno.

È stata la mano di Dio è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia, dove ha vinto il Gran premio della giuria e il premio Mastroianni per il giovane protagonista Filippo Scotti. In Italia uscirà al cinema il 24 novembre, per approdare su Netflix il 15 dicembre.

Il film, ambientato nella Napoli degli anni ’80, è il primo apertamente autobiografico di Paolo Sorrentino. Protagonista è un adolescente, travolto dalla passione collettiva per Diego Armando Maradona e segnato da una terribile tragedia familiare. È il film meno “sorrentiniano“ del regista napoletano: nel senso che non ci sono virtuosismi di regia, movimenti della cinepresa sontuosi, “fellinismi“ esibiti: tutto è molto più naturale, dimesso. E proprio per questo è il suo film più intimo e toccante.

Circa cento nazioni hanno designato il loro film, molti dei quali con un rico pedigree internazionale di premi. L’Iran propone Un eroe di Ashgar Farhadi, che ha già vinto l’Oscar per il miglior film internazionale due volte, con Una separazione nel 2012 e con Il cliente nel 2017. Un eroe ha vinto il Gran premio della giuria a Cannes 2021. Ha vinto la Palma d’oro il candidato francese Titane, selvaggio fantathriller cronenberghiano. Ha vinto il premio come miglior attrice a Cannes Renate Reinsve, meravigliosa protagonista di La persona peggiore del mondo, film candidato dalla Norvegia, che debutta nelle sale italiane il 18 novembre.

Infine, è curioso scoprire che fra i candidati c’è un altro film “italiano“. È il film designato dal Lussemburgo, Io sto bene di Donato Rotunno, con Sara Serraiocco e Renato Carpentieri, girato fra il Lussemburgo e il Salento, fra Santa Maria di Leuca e Tricase. In Italia uscirà in sala a novembre.

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