Giovedì 25 Aprile 2024

La lezione europeista di Sassoli "Lottare contro chi vuole dividerci"

A un anno dalla morte un libro di interventi del giornalista e presidente del Parlamento di Strasburgo. La prefazione di Sergio Mattarella e lunedì l’incontro a Roma con Prodi, von der Leyen, Letta

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David

Sassoli

Quando da ragazzo chiesi al professor Giorgio La Pira cosa intendesse per “escatologia del profondo”, mi rispose che la storia è come un oceano in cui sei in grado di cogliere le correnti quando affiorano ma in profondità altre si preparano, si gonfiano, e scoprirne la forza prima che si manifestino è opera della politica. Della grande politica. I segni dei tempi ci dicono che le nostre società sono pervase da forti ondate di disgusto, immense delusioni, istituzioni che non vengono riconosciute come la casa comune in cui garantire le nostre libertà.

Sono sentimenti che attraversano l’Europa, che ritroviamo in tutti i Paesi dell’Unione e che nascono dal disagio, dall’esclusione, dalle ingiustizie, ma che sono anche strumentalizzati da coloro che oggi hanno paura che l’Europa possa essere un competitor esigente perché legato a regole, valori, umanità. Non è un caso che oggi in troppi scommettano sulla nostra debolezza e sulla nostra divisione. Se guardiamo al mondo fuori dallo spazio europeo vediamo quanto le dinamiche di potenza debbano essere temperate, regolate. E quante ingiustizie chiedano di noi. Per essere capaci di dare risposte dobbiamo caricarci sulle spalle l’ansia di cambiamento che contengono le domande che ci ha rivolto papa Francesco, quando invita a lavorare per umanizzare i processi di globalizzazione. È la domanda cruciale del nostro tempo. Ed è l’unica che può consentirci di riscoprire quella vocazione che in questi settant’anni ci ha portato a costruire uno spazio di democrazia, in cui il diritto è il termine di riferimento con cui noi regoliamo i rapporti fra i nostri Stati membri, fra i nostri cittadini e domani con quegli Stati che aspirano a vivere con noi.

“Solo se l’Europa rimane e diventa sempre di più spazio di libertà,” come ha di recente ricordato don Julián Carrón, “potremo condividere la ricchezza che l’uno o l’altro avrà trovato nella vita e potremo offrirla come risposta alle esigenze e alle sfide che abbiamo davanti”.

L’Europa, non dimentichiamolo, è il suo diritto. E anche quando le nostre istituzioni si mostrano inadeguate o da riformare non dobbiamo dimenticare che, se anche imperfette, garantiscono comunque la convivenza possibile e custodiscono le nostre libertà.

Non è un caso che le forze che vogliono dividerci ci raccontino di un sistema europeo le cui regole devono essere scardinate. Non chiedono riforme, ma ritorni indietro per impedire all’Unione di giocare il suo ruolo sulla scena mondiale, di essere capace di regolare l’uso della forza che non è solo militare, e per impedire ai nostri Paesi di affrontare i loro problemi e di superare tante ingiustizie. In questo momento assistiamo a un’insopportabile ingerenza nello spazio europeo da parte di forze esterne che ci fa dire che i nostri Paesi, dopo aver lottato per la propria indipendenza, oggi si trovano ad affrontare una fase nuova in difesa dell’indipendenza dell’Unione.

La nostra autonomia è garanzia per le libertà di cui godiamo e che ci fanno diversi da altri, non migliori, e a cui gli altri tuttavia spesso aspirano.

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