Giovedì 18 Aprile 2024

La grande sfida del teatro

Gabriele Anagni chiede una consacrazione alle tavole del palco dopo aver trovato la formula vincente del successo nelle serie tv

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Ama il teatro e vuole lasciare il suo nome impresso negli amanti del palcoscenico che già lo stimano nonostante la giovane età, ma intanto il suo successo televisivo cresce e nel curriculum mette – dopo, fra gli altri, ’Un posto al sole’ dove interpretava Claudio Parenti e ’Amore pensaci tu’ dov’era Emanuele – un’altra perla dello sceneggiato popolare italiano, ’Il paradiso delle signore’, in onda ogni pomeriggio dal lunedì al venerdì su Raiuno.

Gabriele Anagni è entrato in pianta stabile nella settima serie della soap opera con il personaggio di Alfredo Perico, meccanico di biciclette che diventerà magazziniere nel Paradiso. Un personaggio nel quale Gabriele mette tutta la sua fisicità e il suo charme.

Gabriele, la tv offre buone possibilità per chi vuole farsi conoscere, vero?

"Certamente e la faccio volentieri come faccio cinema, ma per forza di cose la qualità di un attore si nota in teatro dove tutto è molto più vero, attuale"

Il teatro, come dice Gabriele Lavia, è la realtà mentre cinema e tv sono finzione?

"Rispetto, ammiro e devo molto a Gabriele, ma forse lui è un po’ troppo drastico. Però è vero che in teatro si crea, più che la realtà della vita, quel momento di magia che con la quotidianità ha in comune che non si può ripetere e che invece il cinema o la tv ci possono riproporre, sempre uguale, negli anni".

Un impegno comunque molto importante anche nei riguardi del pubblico che viene a vedervi...

"E che cambia ogni sera... Indubbiamente a ogni recita lo spettatore ha davanti a sé una cosa diversa. Pur se il testo e la scena sono uguali c’è sempre qualcosa che cambia anche se le persone non se ne accorgono. E l’evento che si rappresenta in quel momento è in fondo unico. La magia del teatro sta in questo".

Com’è nata la sua passione per il teatro?

"In modo naturale, sono cresciuto in quell’ambiente, mi è sempre piaciuto e non potevo scegliere altro (il padre amministrava la compagnia Lavia ed è un organizzatore, la madre preparava i quaderni degli spettacoli, ndr). Ho iniziato nella mia città, Massa, con Andrea Battistini e poi sono entrato all’Accademia nazionale d’arte drammatica".

Con chi ha studiato?

"Con bravissimi insegnanti, da Lorenzo Salveti ad Antonio Latella, con il quale ho recitato nel saggio finale, un ‘Faust’ della durata di sette ore. Un bellissimo insegnamento l’ho avuto anche da Massimo Popolizio".

Questa stagione sarà molto importante e faticosa per lei, dopo i terribili momenti della pandemia... Oltre alla tv ci sono due appuntamenti teatrali d’autore: si sente pronto?

"Sì, sempre. Abbiamo appena debuttato, a Orvieto e Firenze, con la ‘Fedra’ di Seneca, dove sono Ippolito, la prima regia teatrale di Elena Sofia Ricci, che riprenderemo a fine stagione a Roma e poi l’autunno successivo in tutta Italia. A gennaio invece sarò proprio accanto ad Elena in ‘La dolce ala della giovinezza’, un capolavoro di Tennesse Williams, dove interpreto Chance".

Due parti da bello e dannato... lei si sente così?

"Io so che voglio diventare un bravo attore e ogni parte per me è un esame".

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