Roma, 11 aprile 2025 – Manca poco più di un mese all’inaugurazione ma Cannes è in grado di creare l’attesa. Il patron Fremaux elenca i film selezionati come fossero numeri di una lotteria fortunata e la tradizione sta dalla sua. La 78ªedizione del Festival avrà come al solito molte stelle sulle marches e molte – forse troppe – scommesse in sala. Domina il segno più: più pellicole in selezione ufficiale, più paesi rappresentati, più opere prime, e soprattutto più firme femminili, il 37 per cento, con sei presenze in Concorso. A occhio si punta sulle nuove generazioni: si spera sia un rischio calcolato ma non mancano i soliti noti. L’Italia arriva, come previsto, con Fuori il film che Martone ha realizzato dal romanzo L’università di Rebibbia di Goliarda Sapienza, autrice da sempre valorizzata in Francia, protagonista Valeria Golino che proprio a Cannes presentò lo scorso anno L’arte della gioia. Nella competizione si può già giurare su Wes Anderson: La trama fenicia vanta una dozzina di star di prima grandezza, tra cui Benicio del Toro, Mia Threapleton, Tom Hanks e Scarlett Johansson la cui opbera prima Eleanor the Great è il titolo di punta del Certain Regard.

Non mancano gli affezionati. Jafar Panahi torna con Un semplice incidente, circondato dal mistero per non sollecitare le ire del regime iraniano; i fratelli Dardenne invece con Giovani madri raccontano perché non si fanno più figli in una paese come il Belgio in via di deindustrializzazione. Julia Ducournau dopo l’exploit di Titane riappare sulla Croisette con Alpha ma le mancherà Spike Lee (fuori Concorso con Highest 2 Lowest) che le consegnò una Palma insperata. Da tenere d’occhio Dossier 137, thriller poliziesco di Dominik Moll, The Mastermind di Kelly Reichardt storia di pittori e furti, e Due procuratori dell’ucraino Loznitsa, dedicato a funzionari coinvolti nei processi staliniani degli anni Trenta. Atteso Richard Linklater che mette a repentaglio la sua fama con un progetto rischioso: Nouvelle Vague ricostruisce la nascita di Fino all’ultimo respiro. La catalana Clara Simon (Romeria) e il norvegese Joachim Trier (Sentimental Value) potrebbero essere outsider degni di un premio. A decidere sarà una giuria di cui si conosce solo la presidentessa, Juliette Binoche.
Una seconda piacevole sorpresa italiana arriva dai due titoli italiani presenti al Certain Regard. Testa o croce? di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis (stupirono con Re Granchio) dedicato al Wild West Show di Buffalo Bill e La città di pianura di Francesco Sossai, protagonisti due spiantati cinquantenni alcolici. Si comincia il 13 maggio con un ouverture inedita: un’opera prima Partir un jour di Amélie Bonnin. Scelta coraggiosa o temeraria? Ma nella stessa serata arriva Robert De Niro, palma onoraria, prima di una serie di presenze hollywoodiane, tra cui Tom Cruise con l’ultimo (?) capitolo di Mission: Impossible, destinate a tenere alta la tensione delle dodici notti del Festival.
Iris Knobloch presidente del Festival ha confermato che Cannes, insieme alle altre istituzioni cinematografiche, prende atto delle raccomandazioni della commissione nazionale del #MeToo che racconta come nel mondo dell’intrattenimento gli abusi sessuali e psicologici, in particolare nei confronti delle donne, siano endemici. Il 23 maggio primo giorno del Festival sarà anche il giorno del primo verdetto del processo a Gérard Depardieu. (Giudizio a orologeria?). Intanto a Cannes l’artista francese Toolate ha sostituito in un affresco il volto di Depardieu con quello di Gisèle Pélicot, al grido di "celebriamo le vere eroine della nostra società e mettiamo a tacere gli aggressori". Ma la performance di Toolate è stata prontamente rimossa.