
di Stefano Marchetti Non sono soltanto splendidi gioielli, ma sono storie di vita, memorie di civiltà e racconti, quelli esposti nelle...
di Stefano MarchettiNon sono soltanto splendidi gioielli, ma sono storie di vita, memorie di civiltà e racconti, quelli esposti nelle sale rinascimentali della Rocca Roveresca di Senigallia (Ancona) per la mostra ’La forma dell’oro’, a cura di Massimo Osanna, direttore generale dei Musei italiani, e di Luana Toniolo, direttrice del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.
Più di 400 antichi reperti ci offrono la possibilità di un viaggio nell’Italia peninsulare e nella Sardegna dell’antichità, dalla preistoria fino all’alto Medioevo. Bronzo, oro, pasta vitrea, gemme sono testimonianze di una raffinata creatività artigianale, ma anche di un gusto estetico che si è evoluto nel tempo, grazie ai contatti fra le popolazioni del Mediterraneo, dove gli scambi di beni erano anche occasioni di dialogo, confronto di usanze e contaminazioni culturali.
"Il gioiello - spiegano i curatori - è da sempre espressione di identità, complemento di seduzione e di bellezza, segno di legami, di consuetudini e di mode". Proprio per il loro pregio, nei gioielli si possono ‘leggere’ anche arcane simbologie legate agli àmbiti del sacro, della magia, del potere e del prestigio sociale. L’oro è certamente il materiale più nobile, ma tanti ornamenti venivano realizzati anche con materiali organici, ambra, conchiglie, denti di animali. I gioielli ‘parlano’ di chi li ha voluti, di chi li ha ricevuti, di chi li ha indossati.
Alcuni oggetti rievocano anche la storia di chi li ha posseduti: ammiriamo, per esempio, i gioielli ritrovati accanto al corpo di una giovane sorpresa dalla tragica eruzione del Vesuvio, mentre un bracciale deformato ci fa ipotizzare che la sua proprietaria stesse fuggendo, in preda al terrore, e sia rimasta incastrata nello stipite di una porta. Sempre in mostra, ci sono anche fibule e anelli a spirale legati alla presenza dei Celti nelle Marche.
Il progetto è nato dalla collaborazione scientifica fra numerosi istituti culturali italiani per valorizzare le ricchezze e i tesori di molti musei, "a dimostrazione che occorre fare rete per valorizzare e promuovere il nostro straordinario patrimonio", sottolinea Luigi Gallo, direttore del Palazzo Ducale di Urbino - Direzione regionale Musei nazionali Marche. La mostra è anche il primo appuntamento dopo i lavori di adeguamento, implementazione ed efficientamento energetico delle sale espositive della fortezza, realizzati grazie ai fondi Pnrr.
’La forma dell’oro’ si potrà visitare per molti mesi, fino all’8 dicembre, e sarà aperta tutti i giorni: per quanto riguarda i giorni o gli orari, il lunedì dalle ore 8.30 alle ore 13.30, mentre dal martedì alla domenica dalle ore 8.30 alle ore 19.30, con biglietto a 5 euro (ridotto 2 euro).
Per tutte le informazioni riguardanti l’esposizione, è sufficiente visitare il sito Internet www.roccasenigallia.it