Mercoledì 24 Aprile 2024

"La Felicità a 80 anni? È cantarla ancora"

Al Bano torna in tournée in tutta Italia e il 18 maggio festeggia il compleanno all’Arena di Verona. "Con Morandi e, ovviamente, Romina"

Al Bano, 80 anni il 20 maggio

Al Bano, 80 anni il 20 maggio

Al Bano, il suo nuovo tour teatrale È la mia vita parte il 28 da Torino. Il 20 maggio compirà 80 anni. E due giorni prima festeggerà il compleanno all’Arena di Verona con parenti, amici e fan.

"Non festeggio, prego, vado ancora una volta a “lavorare“ all’Arena di Verona e… a fare festa a chi vuol farmi la festa".

Ecco perché ha intitolato la serata 4 Volte 20. Cosa s’aspetta?

"Sarà tutta una sorpresa. Anche per me. Vivo, infatti, una bella scissione tra il cantante e la persona. E Al Bano è bravo a spiazzare Carrisi. Ma se siamo fatti tutti di ego e alter ego, penso proprio che all’Arena l’alter ego farà una bella festa all’ego".

Gianni Morandi ha detto che, se lo chiama, viene.

"Ci siamo già sentiti. E mi ha detto che ci sarà. Solo Massimo Ranieri non potrà, perché ha un altro impegno".

A proposito: avete impiegato 27 anni per riuscire ad esibirvi in trio a Sanremo. Ora, il tanto agognato tour mondiale con Morandi e Ranieri?

"Quest’anno la tournée sarebbe stata un problema per tutti e tre. Proveremo a ragionarci fra un anno e mezzo. Morandi dice che possiamo anche aspettare, perché tanto siamo giovani. Ovviamente, sono d’accordissimo".

Romina all’Arena ci sarà?

"Una donna che ha trascorso al mio fianco 35 anni della sua vita, come può mancare a una serata del genere? Avrò accanto tutta la mia famiglia. E quando dico tutta, intendo proprio tutta".

Sua figlia Jasmine ha appena pubblicato un nuovo singolo, Cercami con Gio Montana. Qual è il consiglio più grosso che le ha dato?

"A tutti i miei figli ho raccomandato, qualunque mestiere vogliano intraprendere nella vita, di verificare prima quanta passione hanno e poi abbracciare la scelta con tutta la forza che hanno".

Jasmine dice di amare l’esperienza del papà e l’approccio riflessivo con la vita di mamma Loredana Lecciso. Sbaglia?

"È il suo punto di vista e io lo rispetto alla grande. Però anch’io non sono uno da facili entusiasmi e ci ragiono molto prima di abbracciare un progetto o un’idea. Dietro tutte le mie scelte c’è una ragione che nasce da una sana riflessione".

"È la mia vita che passa e dove andrà…" dice la canzone.

"Credo di aver aggiunto ogni giorno una pietra al castello della mia esistenza. I matrimoni, i figli, la vittoria di Sanremo, il primo disco, il primo grande successo. E ancora il cinema, la tv, la nomina ad Ambasciatore di buona volontà dell’Onu, della Fao, le lauree honoris causa. Tanti piccoli passi, ma indispensabili, per diventare quello che sono. Ho avuto pure tanti incontri con la storia. Basta pensare che ho cantato sette volte per Giovanni Paolo II. Ma anche per Bergoglio, meno per Ratzinger che amava poco la musica leggera".

Fra i tanti potenti conosciuti, ce n’è uno che l’ha colpita particolarmente sotto il profilo umano?

"Vladimir Putin. Lo conobbi quando era ancora capo del Kgb, ricordo che venne in hotel a salutare e a ringraziare dopo un concerto. Al tempo era un amico dell’Occidente, garantito".

Cosa gli è preso, allora?

"Dipende da cosa gli hanno fatto… anche se poi ha reagito come ha reagito".

Male, si direbbe.

"Fossi stato al suo posto, avrei schierato l’esercito al confine, ma non avrei permesso che venisse attraversato neppure da una bicicletta. Sono contrario, infatti, a tutti quelli che pensano di risolvere le controversie impugnando la pistola".

Ma in Ucraina ci sono un aggressore e un aggredito.

"Assolutamente. E bisogna stare dalla parte di chi è costretto a difendersi".

Un’altra grande personalità, magari un filo meno controversa?

"Madre Teresa di Calcutta, che trentasette anni fa è stata pure la madrina di mia figlia Cristèl. Ho cantato pure per lei, a Roma e a Bologna. Mi ha colpito per l’umiltà, ma anche per l’umanità che metteva in ogni gesto. Sul suo volto rivedevo quello di mia madre, stessa forza, stessa pelle ruvida bruciata dal sole".

S’immagina di salutare la vita sul palco, come Moliére?

"Chi può dirlo? So solo che quando verrà quel giorno, il più tardi possibile, spalancherò le braccia a nostra sorella morte come San Francesco. E andrò in pace. In teatro preferirei di no, perché penso che sarebbe disgustoso per il pubblico assistere alla scena. Meglio coricarsi come ogni sera, chiudere gli occhi e prolungare il sonno all’infinito".

Ma a ottant’anni cos’è la felicità?

"Aspettare il momento di cantare Felicità all’Arena di Verona e intanto godersi le piccole grandi cose che capitano strada facendo, compresi ovviamente i concerti di queste settimane. Ognuno è una carica di adrenalina. E l’adrenalina fa bene alla salute. Tanto io l’esperienza dell’infarto l’ho già fatta".

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