Giovedì 18 Aprile 2024

La dignità e il dolore del fine vita Una commedia (amara) firmata Ozon

Arriva nelle sale “È andato tutto bene“ con Sophie Marceau e André Dussolier

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"Sopravvivere non è vivere". La pensa così, e forse con ragione, l’anziano André (André Dussolier) di È andato tutto bene di Francois Ozon, film già in concorso a Cannes 2021, nelle sale da giovedì. Ispirato all’omonimo libro autobiografico della scrittrice Emmanuelle Bernheim, il film – tra commedia e tragedia – racconta di eutanasia, famiglia e, ovviamente, avvicinamento alla morte. Pieno di verità ed emozione, racconta un momento difficile nella vita della scrittrice (interpretata da Sophie Marceau) quando si è trovata costretta ad aiutare a morire il padre in Svizzera dopo un ictus.

Dato per scontato che maneggiando un tale materiale il rischio retorica è altissimo, Ozon non si è scoraggiato troppo, anche per il sostegno di un super cast composto da Géraldine Pailhas , Charlotte Rampling, Hanna Schygulla, Éric Caravaca e Grégory Gadebois.

Che succede nel film? Che il burbero e raffinato padre non ci sta a restare in scena come un personaggio di terza fila, un malato che va pulito come un bambino (una delle scene più toccanti del film). Così sceglie quella che lui considera la strada più dignitosa: l’eutanasia. Ma per André far passare la cosa alle figlie non è affatto facile, e questo anche per motivi legali.

Frase cult del film, quella che dice Hanna Schygulla, dottoressa pro eutanasia, alla figlia che le chiede se mai qualcuno ha rinunciato a darsi la morte all’ultimo minuto: "Solo una volta è capitato. Un uomo che aveva sposato una donna molto più giovane non ha più voluto darsi la morte quando ha visto sua moglie indossare un vestito rosso appena comprato. Quella visione gli ha fatto capire che era ancora bello vivere".

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