Martedì 23 Aprile 2024

La censura abbatte anche il Salgari tedesco

Germania, scoppia il caso Karl May. La casa editrice ritira i libri per ragazzi sull’amicizia tra bianchi e Apache: 2.500 mail di protesta al giorno

Migration

di Roberto Giardina

Anche Karl May, il Salgari tedesco, colpito dal politically correct. I suoi libri vengono ritirati, colpevole di presentare gli indiani in modo scorretto e razzistico. Sarebbe come vietare la lettura delle imprese del Corsaro Nero nel Mar dei Caraibi o di Sandokan nel Borneo. La Ravensburger Verlag aveva pubblicato l’11 agosto due volumi, in versione adattata ai piccoli lettori di oggi, per l’uscita del film Der junge Häuptling Winnetou, la storia dell’amicizia tra il giovane capo apache Winnetou e un ragazzo bianco rimasto orfano, niente di razzistico dunque. Ma l’editore si è spaventato per le mail di protesta. Perché far credere che bianchi e pellerossa potessero convivere pacificamente, invece di raccontare il genocidio commesso dagli invasori delle loro terre?

L’editore in un comunicato ha subito ammesso le sue colpe: non vuole difendere falsi luoghi comuni sugli indiani apache, Karl May, quasi coetaneo di Salgari, non aveva alcuna conoscenza degli indiani d’America, e non era mai stato negli Stati Uniti. Cose risapute da oltre un secolo, come è noto che Salgari non era un capitano di lungo corso e non si era mai mosso dalla sua Torino. Ma ora sono più numerose le proteste, 2.500 in un giorno, giunte alla Ravensburger Verlag per la sua frettolosa censura.

May ha scritto delle favole, i suoi libri non sono saggi etnologici, e i suoi Apache non solo feroci selvaggi, che massacrano i coloni bianchi, come vengono descritti nei classici western prodotti a Hollywood. Libri spediti al macero, mentre il film continua a essere proiettato. Finora l’hanno visto oltre 30mila spettatori, bambini e adulti. Le avventure di Winnetou e del bianco cowboy Old Shatterhand continuano a essere amate. Un bel danno per la Ravensburger Verlag perché gli adattamenti erano stati commissionati a scrittori, che dovranno essere pagati, e potranno chiedere a loro volta i danni.

Sono scesi in campo anche noti critici che condannano l’editore, troppo remissivo. Non bisogna cedere alla cancel culture e al Kulturmarxismus. Non siamo lontani dal bruciare i libri come fecero i nazisti, si ammonisce. E i suoi romanzi, ambientati non solo nel Far West, ma nel Medio Oriente, altrettanto poco veristico, rischiarono sul serio di venir bruciati in piazza a Berlino nel 1933, insieme con quelli di Thomas Mann e di Alfred Döblin, perché erano troppo pacifisti e poco nazionalisti. Lo scrittore fu salvato probabilmente da Hitler, che era un suo fedele lettore. Altra colpa? Karl May era un poco di buono, e finì più volte in galera, ma i suoi libri sono tra i più letti, hanno venduto oltre 200 milioni di copie.

Era nato nel 1842 in una povera famiglia di tessitori, quinto di 14 figli, di cui nove morirono a pochi mesi, era malnutrito, e da piccolo perse la vista per un anno a causa della mancanza di vitamine. A 14 anni entrò in seminario, e venne espulso per furto di candele. Da giovane continuò a rubacchiare e compiere piccole truffe, passò tre anni e mezzo in carcere, evase nel 1869 e finì in galera per altri quattro anni. Cominciò a scrivere nel 1880, le sue avventure esotiche come quelle di Salgari piacquero ai tedeschi che non avevano mai viaggiato.

Sembra che Hitler sia andato a una conferenza di Karl May a Vienna il 22 marzo del 1912. Non ci sono prove, molti lo danno per cento, comunque lo scrittore morì una settimana dopo. Che colpa ha se Winnetou piaceva al futuro Führer? Da bambino Adolf era un cattivo studente e fu obbligato dal padre severo a migliorare il suo tedesco scrivendo riassunti delle storie di Winnetou. Albert Speer, l’architetto del III Reich, raccontava che Hitler a Linz gli mostrò l’albergo dove Karl May aveva soggiornato per un anno, orgoglioso che avesse scelto di vivere in Austria. I libri di May erano presenti nella biblioteca del Führer a Berlino e a Monaco. In visita sul fronte francese, rimproverò i suoi generali che tentennavano nell’offensiva: "Dovreste leggere i libri di Karl May".

Certamente, durante il nazismo, i suoi libri conobbero un nuovo successo, che continuò nel dopoguerra, nelle due Germanie. Nella Ddr, dove era nato, fu persino presentato come un marxista, perché era dalla parte dei deboli. Negli anni Sessanta, girarono diversi film, con Pierre Brice nella parte di Winnetou e Lex Barker in quella di Old Shatterhand. E in dodici località, da Dresda fino alla Repubblica Céca vengono organizzati festival di Karl May che attirano migliaia di spettatori. Tutti politicamente scorretti?

Anche Emilio Salgari potrebbe correre dei rischi. Morì suicida nel 1911, a soli 49 anni, schiacciato dai debiti, e senza colpe fu arruolato dai fascisti. Era anticolonialista e i suoi eroi cedono romanticamente ad amori interrazziali, per usare un termine alla moda. Ma un suo romanzo ambientato nel Far West, La scotennatrice, ha un titolo che desta qualche sospetto. Yanez, compagno di Sandokan, fumava troppo, e i corsari neri, rossi e verdi, depredavano i galeoni spagnoli. Ma Che Guevara aveva letto 62 romanzi dello scrittore torinese che fece harakiri su una riva del Po.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro