Giovedì 18 Aprile 2024

La calma dell’eroe

Giovanni

Morandi

Gli eroi sono quelli che riescono a rimanere calmi quando tutti quelli che hanno attorno si agitano. Dev’esserci stato almeno un eroe anche quando ci siamo trovati in bilico sull’abisso del conflitto nucleare globale per i due missili finiti oltre il confine tra Ucraina e Polonia. Ma non illudiamoci, nessuno ci dirà come si siano svolti i fatti per l’identificazione dei missili. Dovremo aspettare una decina di anni perché svelino il segreto militare. Non è la prima volta che accade.

Pensiamo alla crisi cubana nell’ottobre dell’62 o a quella quasi ignota dell’83, in un periodo in cui i rapporti Usa-Urss erano tesi e i russi erano l’impero del male secondo Reagan. E anche allora ci fu l’eroe di turno, il pacifico Stanislav Petrov, tenente colonnello della base di Serpukhov addetta al controllo dei satelliti spia dei missili balistici americani. Quella volta Petrov era nel turno di notte, 26 settembre 1983, e all’improvviso il sistema dette per avvenuto il lancio di cinque missili dal Montana. Un evento in base al quale il colonnello avrebbe dovuto allertare la catena di comando per poi procedere al lancio dei missili sovietici. Questo avrebbe significato la guerra nucleare ma Petrov esitò, non si lasciò trascinare dalle emozioni e il passare del tempo lo convinse di aver fatto la scelta giusta. I rilevatori avevano preso un abbaglio, era stato un errore del computer. Ma fu una decisione per la quale Petrov fu punito e solo Gorbaciov rese nota questa storia. Per non essersi attenuto agli ordini Petrov fu mandato in pensione anticipata e non la prese bene, anche se dopo qualche anno fu premiato dalle Nazioni Unite.

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