Giovedì 25 Aprile 2024

L’ultima su Sanremo: spunta il muro dell’Ariston

Tra le ipotesi anti-Covid, anche la soluzione già adottata al Festival di Venezia. Intanto Amadeus cita Aristotele e spacca la Rete

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di Andrea Spinelli

Mille bolle blu. Un conduttore che si affida ad Aristotele per polemizzare col governo lo puoi vedere solo a Sanremo. E la massima del filosofo greco "L’ignorante afferma, il colto dubita, il saggio pensa" con cui Amadeus ieri ha dato il buongiorno ai follower è sembrata ai più una tagliente replica al tweet in cui la mattina precedente il ministro Franceschini aveva fatto saltare l’ipotesi di avere un pubblico all’Ariston in piena pandemia.

Nel giro di qualche ora, ieri, i commenti al tweet del presentatore e direttore artistico hanno spaccato la Rete (si va da chi scrive "Verissimo, infatti una persona saggia pensa che non sia opportuno organizzare Sanremo in questo momento per il rispetto di tutti" a chi lancia un "Go Ama! Tieni duro e non mollare!"). Poi, sempre ieri, è arrivata la minaccia del solito Codacons, pronto a trascinare Amadeus e Rai in tribunale "per induzione a commettere reato" contro la salute pubblica e a questa si è andata ad aggiungere quella del Partito Gay per la presenza sui moduli riservati alle figuranti del Festival di fornire pure la taglia del reggiseno (ma la Rai smentisce seccamente l’esistenza di tale richiesta).

Il nervosismo generale è dato dalla consapevolezza che l’Italia, spedita in quarantena dal virus un anno fa subito dopo Sanremo, non ripartirà con Sanremo. Sembra, infatti, che nei colloqui di giovedì il Comitato Tecnico Scientifico sia rimasto ben impressionato dal piano anti-Covid esposto dalla Rai – che prevedrebbe l’isolamento completo del Teatro Ariston grazie a un “muro” anti-curiosi (e quindi anti-assembramenti) simile a quello eretto al Lido durante l’ultima Mostra del Cinema di Venezia – ma abbia ribadito all’Azienda i rischi connessi al possibile ritorno della Liguria, dalla settimana prossima in zona gialla, all’arancio o, addirittura, al rosso.

Una situazione imprevedibile e in evoluzione che pone verosimilmente il festival dei fiori davanti all’alternativa se rilanciare su questa difficilissima edizione o annullare tutto, visto che l’ipotesi di uno slittamento, nonostante l’arrivo della primavera, risolverebbe poco. Tutto lascia, infatti prevedere, che a maggio, limite estremo del periodo di garanzia pubblicitaria, la situazione pandemica sarà più o meno la stessa.

Il rinvio, fra l’altro, terremoterebbe (ulteriormente) il mercato discografico e l’industria che c’è dietro, lasciando le “hit” di Sanremo in balia di quelle dell’estate. Non rimane, quindi, che confermare o annullare tutto. Certamente l’ipotesi peggiore, visto l’ulteriore colpo che la rinuncia a Sanremo assesterebbe non solo alle casse della Rai ma all’intero settore dell’entertainment travolgendo il gran numero di professionalità esterne coinvolte. Ed è anche ai lavoratori dello spettacolo che ha pensato ieri il presidente della commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, suggerendo che lo show in onda dal 2 al 6 marzo privilegi la solidarietà, dando spazio alle storie di medici e volontari così come a quelle di coloro che non hanno più un locale, un teatro o una sala da concerto in cui esercitare la propria opera.

Un articolato protocollo di sicurezza sanitaria l’hanno proposto e sottoscritto pure le associazioni di categoria dell’industria discografica Fimi, Afi e Pmi. Fra i punti più significativi ci sono l’obbligo di un tampone molecolare 72 ore prima della partenza per la Riviera, tamponi rapidi quotidiani organizzati dalla Rai durante la permanenza a Sanremo, pasti in camera, eliminazione del red carpet, sanificazione continua camerini e auto, interviste e conferenze stampa solo da remoto con cancellazione della sala stampa e creazione di una room online anche per votazioni. Aspettando (gli eventuali) nuovi superospiti: ai nomi già fatti – Vanoni, Mannoia, Giorgia – si sono aggiunti ieri Elisa, Negramaro, Bertè.

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