Venerdì 19 Aprile 2024

L’ORECCHIO AIUTA A TROVARE UN BUON EQUILIBRIO

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Poco più di tre mesi fa si mettevano in discussione i percorsi universitari telematici, oggi lavoriamo e studiamo quasi solo on line. Cambiamenti che si consolideranno in nuove prassi. Un enorme sfida di riadattamento, svolto grazie alla plasticità del nostro cervello. Conoscere le potenzialità della plasticità neurale può essere la chiave per trasformare una necessità in opportunità. In questo momento di crisi economica e relazionale, ci è chiesto di far leva su tutte le nostre risorse: creatività, resilienza, empatia, per ripartire. Mai come ora è tutta una questione di equilibrio e adattamento. Un udito buono sostiene l’equilibrio e riduce cadute e isolamento sociale. L’udito appare strettamente legato all’equilibrio, ovvero alla capacità di muoversi in maniera adeguata, che è la risultante di diversi output sensoriali, quali udito, vista, sistema muscolare e articolare. A spiegarlo è il dott Giorgio Guidetti, presidente della Società Italiana di Vestibologia.

L’orecchio percepisce i suoni, le parole, il linguaggio, ma ha bisogno di un sistema di decodifica. Il rapporto tra orecchio e cervello consiste nel riconoscere e attribuire un significato ai suoni che arrivano dall’ambiente. Il sistema vestibolare è il sistema sensoriale che fornisce il contributo principale al senso di equilibrio, allo scopo di coordinare il movimento con l’equilibrio. Il danno vestibolare colpisce circa il 30% della popolazione mondiale durante la vita. In caso di danno vestibolare bilaterale, infatti, il cervello è in un tunnel privo di luce e chiede a vista, tatto e muscoli di compensare il deficit. Se c’è una lesione solo dell’apparato dell’equilibrio, allora l’udito diventa importante per capire l’orientamento del suono. Quando il danno riguarda sia il vestibolo che l’udito, il cervello è costretto ad un intenso sforzo, per correggere le informazioni sbagliate. Se la lesione colpisce un bambino, il cervello è più plastico, ma in un anziano la situazione peggiora in termini di stabilità, orientamento e qualità della vita, con forti rischi di caduta e peggioramento delle autonomie e della stima di sé.

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