Giovedì 18 Aprile 2024

L’Italia ha un sogno: passeggiare sulla Luna

Firmato l’accordo con la Nasa per la nuova missione di esplorazione nel 2024. Cristoforetti e Parmitano in lizza per far parte dell’equipaggio

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di Riccardo Jannello

L’Italia sbarca sulla Luna. E lo fa con gli americani. Il governo italiano – rappresentato dal sottosegretario con delega allo Spazio, Riccardo Fraccaro – ha firmato l’accordo per Artemis, la missione Usa da 28 miliardi di dollari per l’esplorazione del nostro satellite nel 2024. Collegato da Houston c’era l’amministratore capo della Nasa, Jim Bridenstein. L’Italia è l’unico Paese europeo (nel progetto ci sono Australia, Canada e Giappone) ad avere formalizzato l’intesa, mentre il Lussemburgo potrebbe partecipare in modo più distaccato. Artemis ha come obiettivo di portare sulla Luna la prima donna, ha spiegato la Nasa; il contributo italiano sarà nella tecnologia e nelle comunicazioni, dove siamo riconosciuti fra i migliori al mondo. Probabilmente costruiremo gran parte del modulo di allunaggio – da solo vale 16 miliardi. Ma il sogno è che nell’equipaggio che calcherà di nuovo il suolo lunare dopo un’assenza dell’uomo di 52 anni (l’ultima missione fu quella di Apollo 17 con gli astronauti Cernan, Evans e Schmitt nel dicembre 1972) possa trovare posto un nostro astronauta. Un sogno verosimile, secondo alcune voci, con due candidati in prima fila.

Guarda caso una donna, Samantha Cristoforetti, molto stimata non solo dall’Agenzia spaziale europea, ma anche da americani e russi; la pilota milanese, 43 anni, ha passato 199 giorni sulla Stazione spaziale internazionale, seconda astronauta in questa speciale classifica. L’altro pretendente è Luca Parmitano,44 anni, che in orbita in due missioni – di cui una al comando dell’Iss – c’è stato 366 giorni.

Sono i nostri uomini di punta nello spazio, ma non dobbiamo dimenticare chi li ha preceduti: Maurizio Cheli, Umberto Guidoni, Franco Malerba, Ugo Nespoli e Roberto Vittori.

Per ora sulla Luna, in un contenitore di alluminio deposto da Neil Armstrong la notte del 20 luglio 1969, ci sono – trattaticon uno speciale processo chimico – un messaggio scritto a mano dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, e una pergamena vergata in latino da papa Paolo VI: "Domine dominus noster, quam admirabile est nomen tuum in universa terra!". Saragat scrisse: "Il coraggio e la tecnica degli Stati Uniti d’America hanno portato sul nostro satellite questo messaggio del Capo della Nazione Italiana la quale ha la gioia di annoverare fra i suoi figli Galileo Galilei, il cui genio aprì le vie alla scienza moderna. La conquista della Luna segna una tappa gloriosa nel cammino di tutta l’umanità verso la pace, la libertà, la giustizia".

La corsa di Usa e Italia dovrebbe prevenire quella di Russia e Cina; Mosca ha già previsto che prima del 2030 non potrà allunare, mentre il progetto di Pechino di portare uomini sul Mare della Tranquillità già quest’anno è stato spazzato via. Godiamoci intanto la nostra tecnologia, che concorre già nei materiali ai più alti livelli e fornisce alle missioni satellitari di Asi ed Esa le attrezzature più importanti. Adesso dobbiamo fare il tifo perché nell’equipaggio che partirà da Cape Canaveral ci possa essere un nostro alfiere, e magari, fosse la Cristoforetti, una comandante. Senza dimenticare che in un film italiano del 2018, L’uomo che comprò la Luna, di Paolo Zucca, il nostro satellite è già di proprietà di un sardo. L’isola si è messa avanti nel sogno.

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