Giovedì 18 Aprile 2024

L’Edipo di Vinicio Capossela: "Non diventiamo ciechi"

Concerto speciale a Colorno per gli “invisibili“, i lavoratori dello spettacolo in difficoltà per l’emergenza sanitaria

Vinicio Capossela, 54 anni, venerdì in concerto alla Reggia di Colorno (Parma)

Vinicio Capossela, 54 anni, venerdì in concerto alla Reggia di Colorno (Parma)

Edipo è un sovrano spodestato che si è rifugiato in provincia, nella reggia di Colorno. Qui, nella piccola Versailles d’Italia in provincia di Parma, la figura mitologica della tragedia di Sofocle verrà trasfigurata, venerdì, dalla poetica visionaria di Vinicio Capossela, nello spettacolo Edipo a Colorno, sottotitolo che recita Labirinti, mostri e eclissi degli invisibili al tempo degli spettacoli limitati. Il concerto fa parte dell’iniziativa, voluta dalla Regione Emilia-Romagna, Per gli invisibili, a sostegno dei lavoratori dello spettacolo colpiti dall’emergenza sanitaria.

Capossela, l’Edipo che racconterà ha abbandonato Tebe per vivere a Colorno...

"Sì, la vicenda del re di Tebe è talmente ricca di rimandi a come viviamo in questo periodo, da diventare la perfetta rappresentazione di un fuga dalla pestilenza, da quei ‘miasmi’, come li chiama Sofocle, che ricordano in maniera impressionante il contagio dal virus. E poi c’è l’invocazione popolare alla salvezza, in questo caso di una intera categoria completamente ignorata, quella delle persone che lavorano nel mondo dello spettacolo, alle quali il concerto è dedicato".

Anche in questo essere invisibili c’è la storia di Edipo?

"Certo, rischiamo davvero la cecità, come Edipo. Questa crisi ha avuto il risultato di spingere ancora più ai margini, sino appunto a fare scomparire ai nostri occhi esseri umani come gli anziani, quelli che cercano asilo e il mondo della cultura. Il concerto di venerdì servirà proprio a illuminare questi mondi".

Dove si svolgerà il live?

"Volendo raccontare Edipo, anche se trasportato nell’attualità, avevamo bisogno di una vera reggia, e quella di Colorno ci è parsa perfetta, un luogo poco conosciuto, di infinita suggestione circondato da un giardino sul quale si apre un bosco. Sarà il nostro ’Bosco sacro’, il luogo della purificazione, ma anche della protezione, dove sarà possibile immunizzarsi, dove agli esuli sarà garantita la protezione. Come ad Atene".

Sarà un concerto speciale?

"Si tratta di una produzione originale, pensata per sostenere gli ’invisibili’ e non sarà più replicata. Sul palco, oltre a me e ai miei musicisti, avremo otto attori del Teatro Due di Parma nelle vesti di un coro tragico e una cantante soprano. Il concerto è basato su un dialogo continuo tra le mie canzoni, arricchite dalla voce soprano e il coro, che avrà una funzione non strettamente narrativa, ma invece ritmica, mentre le mie parole risuoneranno del dramma di Edipo e degli ’invisibili’".

Un concerto, naturalmente, a capienza limitata. Come si trova con gli spettacoli ai tempi del distanziamento sociale?

"Io ho pensato, sin dall’inizio dell’emergenza, che sarebbe stato troppo semplice aspettare che tutto passasse. Ogni periodo, anche terribilmente inquieto come questo, va vissuto sino in fondo, cercando di coglierne le opportunità. Se è vero che siamo costretti in una dimensione di solo ascolto, a distanza, mi piace immaginare che questo possa farci muovere in un’altra maniera, sino a uscire da noi stessi, a viaggiare, ma con la mente, senza spostarci. Tutto diventa più intimo, impariamo a concentrarci, a tendere a uno stato di estasi. È come scoprire una inedita lunghezza d’onda sulla quale sintonizzarsi".

Lo spettacolo non è solo dedicato agli “invisibili“.

"Sarà anche un omaggio a Franco Maria Ricci, l’editore e uomo di cultura scomparso di recente che, poco distante da Colorno, aveva creato il suo grande Labirinto della Masone, ispirato all’opera di Borges. Ricci mi ha insegnato che coltivare la bellezza significa nutrire il nostro senso civico. Con questo impegno affronterò il mio Edipo".

 

 

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