Kebab, capesante e curry A tavola vince tutto il mondo di Edo

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di Marco Mangiarotti

Edo uno e trino, chef, tifoso, casinista credibile (mai sottovalutare Edo). Il menu con cui ha vinto Masterchef 12 s’intolava Tutto il mondo. Antipasto di barbabietola acidula ripiena di patè di fegatini di piccione, con salsa Medievale e latticello. Il primo è una reinterpretazione del Kebab, polpetta di agnello speziato, dentro un fagottino di pasta all’uovo con salsa di albicocca. Il secondo un connubio tra le capesante e il curry, maionese al corallo e coriandolo fritto. Dolce punk da ex barman.

È stato un Master diverso nella scelta dei concorrenti, del linguaggio dei tre giudici di Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri, delle proposte di materia prima. Il ritorno al focus sugli ingredienti, i prodotti naturali, le stagioni, una contaminazione che è tecnica e culturale. Niente spinte radicali o estetica senza un senso concreto, la capacità di ascoltare, crescere e imparare. L’oriente protagonista con la memoria di territorio e famigliare di ognuno.

Ieri sera su Sky ultimo atto della dodicesima edizione. In finale c’erano il bolzanino Mattia Tagetto, 37 anni; Edoardo Franco, 26 anni, “disoccupato“ ma globe trotter di Varese; Antonio Gargiulo detto “Bubu”, studente di 19 anni, nato a Vico Equense e cresciuto a Cagliari; Hue Dihn, 27 anni, nata in Vietnam. Edoardo è il primo scelto da chef Clare Smyth, con Bubu ed Hue. Esce Mattia, gli altri presentano il loro menu per la vittoria. Edo il suo Tutto il mondo. Hue con la Sinfonia di stagioni fra Italia e Vietnam. La primavera con il kumquat e un richiamo ai fiori di pesco. Per l’inverno ravioli di cavolo rapa ripieni di lenticchie e lardo di Colonnata, accompagnati dal tradizionale brodo di Pho. Piatto d’autunno, papaya verde con lemograss aromatizzato al pepe Timut, in brodo di costine di maiale con porcini e shitake. Gelato di riso fritto, thé al gelsomino.

Io tra isola e golfo è la Sardegna e la Campania di Bubu. Antipasto geniale di Quasi Frattau con Finto uovo di seppia ripieno di composta di pomodorini gialli, salsa di carasau all’aringa affumicata, pomodoro del piennolo confit e granita di basilico e limone. Il primo rivoluziona i classici Culurgiones ripieni di battuto di triglia marinata. Il secondo d’agnello sardo con i friggitelli campani dell’orto di Nonno Antonio. E gioco di pastiera.

Dopo la monaca chef coreana e la sua cucina templare abbiamo incontrato la cucina tristellata di Clare Smyth. Molto interessante come tutti gli chef ospiti di questa edizione.

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