Venerdì 11 Luglio 2025
BENEDETTA CUCCI
Magazine

Katharine diavolo di Hollywood. Diva col coraggio di essere androgina

Bologna, il festival Cinema Ritrovato celebra Hepburn la femminista: partendo da George Cukor, 1939

Bologna, il festival Cinema Ritrovato celebra Hepburn la femminista: partendo da George Cukor, 1939

Bologna, il festival Cinema Ritrovato celebra Hepburn la femminista: partendo da George Cukor, 1939

Indossava i pantaloni ed emanava un’aura femminista in un’epoca in cui il mondo non era pronto ad accettarlo. Il suo accento del New England poteva risultare irritante, ma era audace e controcorrente come poche hanno saputo essere. Nelle parole della critica cinematografica americana classe 1939 (e vera icona) Molly Haskell, ecco a voi Katharine Hepburn, l’attrice cui è dedicata la retrospettiva più stilosa e intrigante del Cinema Ritrovato, il festival dedicato al restauro cinematografico che dal 21 al 29 giugno prenderà possesso dei grandi schermi bolognesi per offrire al pubblico proveniente da tutto il mondo, un baule pieno di primizie cinefile, a volte mai viste prima.

Alla star spesso etichettata “veleno per il botteghino“, conseguenza della sua personalità sempre sorprendente e a volte controversa, sono dedicate anche la locandina e la cover del catalogo della kermesse, con un’immagine presa da Sylvia Scarlett di George Cukor del 1935, tradotto in italiano con Il diavolo è femmina, con Hepburn che mostra ancora l’impaccio tipico dei primi ruoli dell’attrice, emergendo in tutto il suo splendore androgino, con quella attitudine di “maschiaccio“, destinata non a caso a diventare una figura chiave dei queer studies del XXI secolo. Questa commedia degli equivoci dove Sylvia diventa Sylvester è l’unico dei quattro film con la coppia Katharine Hepburn/Cary Grant ad avere avuto una prima disastrosa: "oggi, forse anche grazie alla consapevolezza che il regista George Cukor era gay – ci fa notare Ehsan Khoshbakht, co-direttore del festival con Gian Luca Farinelli e Cecilia Cenciarelli – il film ha una base di appassionati molto più solida". La serie di film dedicati alla Hepburn inizierà proprio il 21 giugno alle 11,30 con Christopher Strong di Dorothy Arzner – prolifica figura attiva sia nel cinema muto che in quello sonoro nonché profetica smantellatrice del cosiddetto “film al femminile“ – del 1933 presentato da Molly Haskell in persona, curatrice anche di tutta la retrospettiva che conta 11 pellicole tra cui Alice Adams, Stage Door, Woman of the year, Adam’s Rib. In Christopher Strong la tensione tra amore e indipendenza tocca nettamente il suo apice drammatico, è questione di vita o di morte: il volo è l’unica ragion d’essere per Lady Cynthia Darrington, celebre aviatrice e spirito libero.

Ma con Katharine Hepburn apriamo uno dei grandi temi del festival che mette al centro della riflessione le donne e apre il regno di professioniste mitiche. Sarà ospite del Cinema Ritrovato un’autrice come Coline Sarreau che ha usato la commedia come arma di protesta (si vedranno Tre uomini e una culla, Romuald et Juliette, La crisi!, Chaos) da riscoprire fuori dai confini francesi, dove è una celebrità e si vedrà l’esordio cinematografico di un’artista di culto come Niki de Saint Phalle, il film intotolato Daddy "che si basa su archetipi familiari che noi vogliamo denunciare!".

Nella rassegna dedicata al Noir Nordico degli anni Quaranta e Cinquanta si mostreranno i lavori di registe come la danese Bodil Ipsen – il suo Mordets melodi del 1944 è uno dei film più famosi dell’epoca, popolato da donne misteriose e segnato da destini bizzarri e crimini orribili perpetrati in una Copenaghen torbida – e la norvegese Edith Carlmar, che aveva fondato la Carlmar Film, società che gestiva con il marito, esordendo con Døden er et kjærtegn, il primo film girato in Norvegia a essere diretto da una donna. E infine l’ungherese Márta Mészáros, di cui vedremo tre cortometraggi realizzati a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, da cui emerge la sua grazia nel narrare le esperienze umane più fragili in forme non convenzionali.