Giovedì 25 Aprile 2024

Jazz italiano, Fresu e Serrazanetti ai vertici della nuova federazione

Musicisti e club si consociano

Paolo Fresu (Fotowebrdc)

Paolo Fresu (Fotowebrdc)

Roma, 21 febbraio 2018 - Autentica rivoluzione copernicana del jazz italiano. Oggi  (mercoledì 21) nella sede del Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) è nata la federazione nazionale 'Il Jazz Italiano', IJI in sigla. Il marchio di fabbrica porta la griffe di Paolo Fresu, una corda annodata tra mondo del pentagramma e istituzioni, ideatore dei mega-concerti pro Aquila e Amatrice. Ne fanno parte integrante il Midj, I Jazz, Italia Jazz Club e Adeidj, cioè le associazioni nazionali dei musicisti, dei festival, dei jazz club e delle etichette a cui a breve si uniranno anche fotografi e agenzie. L’ufficialità è arrivata alle 12.30 con la firma del protocollo d’intesa, presenti il ministro Franceschini, lo stesso Fresu, Ada Montellanico (presidente dell’Associazione italiana Musicisti di Jazz) e Giovanni Serrazanetti, eletto per acclamazione presidente dei 110 jazz club d’Italia già affiliati. 

È ipotizzabile che personalità asimmetriche come quelle dei musicisti che si dedicano al jazz, genere legato all’utopia della libertà, possano compiacersi di far parte di una confederazione? Fresu non ha dubbi in proposito. "Se fino ad oggi il nostro jazz (ora invidiato in tutto il mondo e con musicisti straordinari che lo raccontano) è stato diviso, la nascita delle nuove associazioni di categoria (jazz-club e etichette discografiche indipendenti) che si aggiungono alle due già esistenti (musicisti e festival e rassegna) assieme alle nuove che nasceranno (agenzie e fotografi) sono il migliore racconto del linguaggio jazzistico fatto di solisti ma anche di orchestre che creano un sound robusto, raffinati e riconoscibile. In passato è stato quello di Charlie Parker, John Coltrane e Miles Davis con Duke Ellington, Count Basie e Gil Evans. Oggi è un linguaggio nuovo e un interplay non solo di musica ma anche di coscienza e di impegno culturale e politico. Sono onorato di rappresentare la Federazione “IJI” nella veste di Presidente e di esserne stato il pensatore.

"Se il compito è impegnativo, l’urgenza di raccontare la vitalità del jazz italiano è preminente nell’ottica di un rafforzamento del sistema jazzistico e dell’esportazione della nostra musica nel mondo, intesa come prodotto di eccellenza". Sulla stessa linea interpretativa i concetti sposati da Ada Montellanico, cantante strumentista compositrice: "La creazione di una federazione porta a un cambio totale di prospettiva e di mentalità. Il pensiero di concepire il nostro mondo un unicum con all'interno varie sfaccettature e realtà in continuo rapporto sinergico è stato il vero cambiamento che ha portato a creare la Federazione nazionale  'Il jazz italiano'. Realizzare che l’unirsi non portava ad annullare le varie identità ma a rafforzarle, è stato il grande passo che ogni associazione ha dovuto fare nell'ottica di una crescita comune. Midj da quando è nata e cioè quattro anni fa si è sempre mossa nel tentativo di creare un rapporto di dialogo e confronto con le altre realtà che componevano il nostro settore e siamo orgogliosi e felici di essere stati uno dei motori di questo processo di unione. La firma di un protocollo di intesa con il Mibact è il suggello del cammino che si è operato in questi anni nel dialogo con il Dario Franceschini, l'unico ministro che ha avuto considerazione e attenzione per il jazz italiano".

Concetti sposati da Serrazanetti, patron dello storico jazz club Cantina Bentivoglio di Bologna nonché presentatore ufficiale di Umbria Jazz. "Come jazz club assieme a un consiglio direttivo formato da sette 'colleghi', ognuno dei quali dirige locali tra i più famosi d’Italia, daremo vita a una cerniera con il mondo delle scuole e delle professioni, con i club come punti di riferimento. Dialogando con la Siae, ma anche con le istituzioni. A livello normativo non esistiamo, non siamo né teatro né club. Fra i sette 'colleghi' ci sono Costanza Nocentini titolare del Pinocchio di Firenze, Angelo Bardini vicepresidente del Milestone di Piacenza. Tra le “venue” dedicate al jazz (ne cito solo qualcuna) sono già associate il Gregory’s, il Bebop, la Casa del Jazz e l’Alexanderplatz di Roma, Ferrara Jazz club (classificato per il terzo anno consecutivo come il migliore d’Italia),  Count Basie Jazz Club di Genova, Otto Jazz Club di Napoli, Dexter beer e Jazz club di Bari, Corto Maltese di Lecce. Il Jazz Club Torino, il Blue Note di Milano, Smallet di Modena, Lo Zingaro di Forlimpopoli».  

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