Hasta la victoria, Jane Fonda: a Cannes la diva dà lezione di attivismo

L’attrice invita i giovani a combattere per l’ambiente. Poi si confessa: “Ero innamorata di Redford, ma lui non lo era di me. Mio marito Vadim mi assicurò che non sarei apparsa nuda in Barbarella, ma mi ingannò”

Jane Fonda a Cannes

Jane Fonda a Cannes

Cannes, 26 maggio 2023 – Combattiva, raggiante, allegra, pronta a raccontarsi, ad incoraggiare i ragazzi e le ragazze che le fanno domande. Jane Fonda si presenta al “Rendez-vous”, all’incontro pubblico con il quale il festival di Cannes la celebra, con giacca e pantaloni grigi, i capelli sulle stesse sfumature, gray blending. E con un’energia travolgente. L’impegno ambientalista, il cinema, i ricordi del padre, la lotta politica si mescolano in un racconto lungo due ore.

L’attrice, due volte premio Oscar, per “Una squillo per l’ispettore Klute” e per “Tornando a casa”, 85 anni compiuti lo scorso 21 dicembre, alle spalle una lotta con il linfoma non Hodgkin, è travolgente. È un inno alla vita. E alla militanza. Lei, che ha partecipato ai "Fridays for Climate” sui gradini del Capitol di Washington, non si nasconde neppure qui, e dice chiaro e tondo come la pensa. D’altra parte, lo ha sempre fatto: dall’impegno pacifista contro la guerra in Vietnam in poi. “L’attivismo ha dato un senso alla mia vita”, dice decisa. “E non abbiate paura”, dice rivolta ai giovani. “Dopo i trent’anni, tutto migliora”.

“Robert Redford? Ero innamorata di lui, abbiamo girato insieme quattro film. Ma lui non mi amava troppo: arrivava sul set sempre di cattivo umore, e pensavo che fosse colpa mia. Era l’uomo più bello del mondo, ma non amava le smancerie. Almeno, non amava baciarmi!”. Jane Fonda ha ancora l’energia che aveva quando interpretava “Barbarella” di Roger Vadim, in pieni anni ’60, o almeno la stessa di quando faceva i suoi video di aerobica. Gesticola, si alza dalla poltrona, ha una naturalezza che poche altre attrici mostrano. “Per girare ‘Barbarella’ Vadim, che era anche mio marito, mi ha ingannato: nella prima scena, io facevo uno strip tease, ma tutti i punti sensibili dovevano essere coperti dalle lettere dei titoli di testa: invece, al montaggio, le lettere le ha fatte cadere tutte!”.

"Hollywood l’ho conosciuta prima attraverso mio padre, Henry Fonda , un uomo e un attore meraviglioso. Ma ho capito che dovevo liberarmi da Hollywood, e anche da quel nome così imponente: così sono venuta in Francia, ho preso una mansarda nel Marais insieme a Roger Vadim, e non ero più ‘la figlia di Henry Fonda’, ero rinata”.

"L’Italia? La amo. Tutta l’arte, tutta la storia, tutta l’architettura. Quando ho girato ‘Barbarella’ in Italia andavo sempre a Villa Borghese, ho visto una realtà migliore che in America. La sanità è gratuita, non so adesso se lo sia ancora: c’è più legalità e meno violenza che negli Stati Uniti. E si può mangiare pasta e gelato tutti i giorni”.

"Il film che amo di più? Forse quello che ho girato con mio padre, ‘Sul lago dorato’. Era malato, sapevo che gli restava poco da vivere. Non volevo che se ne andasse senza che facessimo un film insieme”. L’amore per il padre. L’impegno politico. “Ho iniziato il mio impegno politico a causa della guerra in Vietnam. Vivevo a Parigi con Vadim, e lì abbiamo incontrato reduci del Vietnam, soldati americani che avevano disertato, e che ci hanno detto quello che succedeva veramente. Mi sembrava impossibile, pensavo che fossimo dalla parte dei buoni”. “Poi, negli anni ’70, quando sono tornata in America, pensai anche di smettere di fare l’attrice. Ma un amico, uno che aveva fondato una lega di rivoluzionari, mi disse; ‘Non solo devi continuare, ma devi scegliere con cura i tuoi film. Perché non abbiamo nessuna attrice nel nostro gruppo. E la tua fama è preziosa per la causa’. E così ho fatto”.

"Che cosa farò nel futuro? Sono troppo occupata con i problemi dell’ambiente e del clima per pensare al cinema. Se farò film, voglio che siano film che rappresentano una sfida per me. Ma soprattutto bisogna far crescere la coscienza, far capire che i politici, repubblicani e democratici, sono tutti pagati dalle società petrolifere e nessuno di loro farà niente per il nostro pianeta. E ricordate: la crisi climatica va a braccetto con il razzismo, e con il patriarcato, il disprezzo delle donne. Vanno combattuti tutti insieme”.

Infine, le perle di saggezza: “Il segreto per rimanere giovane? La curiosità. Questo è il mio segreto per essere giovane”. “Il futuro? Non dobbiamo solo protestare, dobbiamo organizzarci per prendere il potere, per agire sulla realtà”. Hasta la victoria, Jane.

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