Martedì 23 Aprile 2024

"Io Sabrina, strega per amore dell’ecologia"

La Impacciatore cattiva nel film alla Tim Burton “Greta e le favole nere“: "La prima pellicola con sceneggiatura approvata dalla Thunberg"

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di Giovanni Bogani

SANTA MARGHERITA DI PULA (Cagliari)

"Vivo nel presente, con tutta la forza possibile. Quando vado al ristorante, dico sempre: dovessi morire per un incidente stradale stasera, che cosa mi consiglia di mangiare, così che almeno non mi sia persa questa meraviglia?".

Sabrina Impacciatore, per un bel po’ non la avevamo vista sullo schermo.

"Dopo A casa tutti bene di Muccino, che pure è stato un grande successo, sono stata ferma tre anni. Ho preferito scegliere, non mi sono“sporcata“ la fedina penale di attrice…".

Aspettare, per un’attrice, non dev’essere facile.

"È una sofferenza, anche fisica. Implodi anche nella vita; quella parte di te che riconosci come più vitale non la puoi esprimere. Che cosa ho fatto nel frattempo? Ho vissuto a Los Angeles; ho cercato di rendere unico ogni giorno che ho vissuto. E sì, ho anche pensato di fare la fatidica dichiarazione: lascio il cinema, non farò mai più l’attrice. Poi tutto è cambiato".

Sabrina Impacciatore a ruota libera. Al festival "Filming Italy Sardegna", diretto da Tiziana Rocca, in corso al Forte Village resort, racconta di sé, del suo lavoro. Del film che sta girando, Greta e le favole vere, e che le ha regalato delle unghie lunghissime, laccate di nero, nelle quali scorre, da un dito all’altro, l’immagine di un serpente dorato.

Perché queste strane unghie? "Perché sono la cattiva del film, una specie di Crudelia De Mon, in un film di sentimenti purissimi, che stiamo girando con Raoul Bova e Donatella Finocchiaro, e la regia di Berardo Carboni".

Non sempre è semplice recitare il "cattivo" di un film.

"Assolutamente no: l’attore ha sempre paura, paura di essere odiato. Poi mi sono detta: è una grande occasione, l’occasione di dimostrare se sono una vera attrice. In certi momenti ho cercato anche la sgradevolezza fisica, in un film per ragazzi che grazie al talento visionario di Carboni ha un immaginario alla Tim Burton".

Di che cosa parla?

"È il primo film la cui sceneggiatura è stata approvata da Greta Thunberg con la sua associazione. Greta, l’icona di ogni battaglia ecologista, la quindicenne che è riuscita a cambiare il mondo, ponendo al centro dell’attenzione i problemi ambientali, è il personaggio al quale guarda, come modello, la protagonista del film che si chiama Greta, come lei".

Nella sua vita quotidiana, lei è ecologista?

"Fino all’estremo. Se qualcuno al semaforo butta una carta dall’automobile, io ci vado a discutere e infilo la testa nel suo finestrino… Mi arrabbio, divento pazza quando vedo comportamenti di disprezzo del prossimo e dell’ambiente".

È anche abbastanza lontana dal mondo dei social.

"È vero: uso pochissimo Instagram, non ho Facebook. Alla vita virtuale, preferisco una panchina al Testaccio, dove incontrare qualcuno in carne e ossa. Sarò una dinosaura, ma mi fanno paura le famiglie con i bambini che stanno per 16 ore al giorno su Tik Tok. Quella è la nuova droga, dà dipendenza e fa sempre più vittime".

Sarà anche nella prossima serie dell’ Ispettore Coliandro in tv…

"Sì, sono una giornalista d’assalto che viene da Malta. Quando ho accettato il ruolo ero a Los Angeles, ho dovuto studiare l’accento di Malta, ho trovato una parrucchiera maltese su Zoom, e ho fatto pratica così! Giampaolo Morelli è un partner eccezionale, e sono molto felice di aver preso parte alla serie".

A Sardegna Filming Italy riceve un premio intitolato a Pietro Coccia, fotografo amato da attori e registi, scomparso troppo presto.

"Per vent’anni Pietro mi ha mandato le foto che mi ha scattato in centinaia di festival; le mandava di notte, quando ‘lavorava’ gli scatti della giornata. Non si è mai dimenticato di un’amica, o di un amico. Pietro era generoso e buono".

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