Venezia, Serena Rossi: "Io, madrina per la Mostra della rinascita"

Al via l’edizione numero 78 davanti a Mattarella. "Il mio discorso come un monologo teatrale"

Serena Rossi, 36 anni

Serena Rossi, 36 anni

Sarà lei, questa sera, a inaugurare la 78ª Mostra del cinema di Venezia: la più interessante degli ultimi anni, perché densa di film attesissimi. La più delicata, perché – dopo l’edizione guardinga, coraggiosa dell’anno scorso, ancora in pienissima bufera Covid – questa edizione della Mostra dovrebbe davvero segnare il ritorno del Cinema con la maiuscola, per tutti, in sala. Sarà lei, Serena Rossi, ad aprire la Mostra, alla presenza del presidente Sergio Mattarella, con il suo discorso. Quattro minuti che, dice, "saranno il monologo più importante della mia vita". Serena ha un’energia travolgente, coinvolgente. Ha Napoli nel cuore e nelle emozioni: la Napoli più luminosa, più moderna. Ha 36 anni (compiuti ieri), un marito e un figlio amatissimi, e un doppio talento: per la recitazione e per il canto. Li ha uniti, in maniera memorabile, nella fiction Io sono Mia, biografia di Mia Martini, cantante brava e tormentata; ma anche in Ammore e malavita dei fratelli Manetti, che proprio a Venezia ebbe, nel 2017, la sua consacrazione.

Serena, a volte si rischia di sottovalutare il ruolo della madrina. Invece è sua la prima scintilla, la prima immagine della Mostra. Come sta preparando il suo discorso?

"Come un monologo teatrale, il mio più importante. Ma anche come un momento da vivere, nella sua pienezza, insieme al pubblico, insieme a tutto il mondo del cinema in Sala Grande, e con chi ci vedrà online".

La Mostra di Venezia è un palcoscenico che parla al mondo.

"Esatto. E per questo, sarà importante parlare, sì, di cinema. Ma anche non ignorare quello che sta accadendo nel mondo in questi giorni. Mi ha colpito tantissimo, da donna e da madre, quanto sta accadendo in Afghanistan. Sento il dovere di fare la mia parte, per tenere alta l’attenzione su questo dramma".

Anche l’abito, in queste occasioni, comunica delle emozioni. Quale stilista ha scelto?

"Ho scelto un abito di Giorgio Armani, per molti motivi. Da una parte, per omaggiare la moda italiana tutta. Armani, in particolare, si è speso tantissimo in tempi di Covid, per aiutare le persone in difficoltà. Infine, perché un suo abito coniuga sobrietà ed eleganza".

Ma è vero che la proposta le è arrivata con una mail, che lei stava per cancellare?

"Come no! Era domenica mattina, ero ancora nel lettone con Davide, il mio compagno, e mio figlio Diego. Scorro velocemente le mail dal telefono, intravedo “Barbera Venezia 2021“, non ci faccio caso. Poi leggo: era Alberto Barbera, il direttore della Mostra. “Serena, avrei una proposta: vorrebbe essere la madrina?“ A momenti cado dal letto".

Come funziona il discorso inaugurale? C’è uno schermo sul quale passano le parole?

"Ho scelto di non averlo. Avrò un leggio, per le comunicazioni istituzionali; ma il discorso, quello lo farò a memoria. Me lo ripeto da giorni sotto la doccia: “Signore e signori, benvenuti alla settantottesima Mostra del cinema di Venezia“… Mio figlio pensa che io sia pazza".

Che cosa la emoziona di più, che cosa le fa più paura?

"Ho parlato in pubblico tante volte: ma stavolta parlerò a una platea a cui non mi sono mai rivolta, un pubblico internazionale. Tutta gente che ama il cinema, che condivide questa passione con me: la nostra grande famiglia ideale".

Quali immagini le vengono alla mente, quando pensa a Venezia?

"Una passeggiata al tramonto, fatta qualche anno fa tra le sue calli, la visita alla Biennale di Architettura, e una sera in piazza San Marco. Ci passai quasi per caso, e pensai di essere finita in un sogno. Anche stavolta, quando il treno è entrato in Laguna ho detto ai miei collaboratori: zitti tutti, ora ci dobbiamo solo emozionare".

Anche con i suoi film è salita sul red carpet a Venezia…

"Ricordo l’emozione grande di Ammore e malavita, con i fratelli Manetti e tutto il cast, un red carpet tutto musicale, con noi a ballare. E l’anno scorso, con il film di chiusura, Lasciami andare di Stefano Mordini, girato proprio a Venezia, d’inverno, a scoprire una Venezia diversa, oscura, raggelata".

Nei giorni che la separano dalla serata finale, in cui tornerà di nuovo in scena, rimarrà alla Mostra? Vedrà i film?

"Questo è esattamente il mio programma! Mi imbucherò alla mattina per vedere tutti i film italiani in concorso, per vedere Dune, per vedere Almodovar… Ma non dal tappeto rosso, dall’ingresso laterale, con voi giornalisti".

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