Giovedì 25 Aprile 2024

Io, artista alla... Paprika

Prima italiana a scrivere e a illustrare un albo per la Dc Comics, la disegnatrice è una delle nuove stelle internazionali del mondo del fumetto

L'artista Mirka Andolfo, 31 anni

L'artista Mirka Andolfo, 31 anni

TORINO - Italia, Stati Uniti, Francia. La carriera di Mirka Andolfo, 31 anni, napoletana, è stata da subito internazionale. “Ho iniziato come colorista per il mercato d'Oltralpe, poi ho provato a lanciarmi nel disegno con 'Sacro/profano', il mio primo web comic: ha avuto successo, e un lavoro ne ha attirato un altro”. Tra gli ultimi 'anelli' di questa catena di successi la realizzazione completa per la Dc Comics (testi e disegni, prima volta per un'autrice italiana) di un albo di Harley Quinn, la fidanzata schizzata del Joker, e, ancora in lavorazione, Sweet Paprika, storia piccante che uscirà a maggio 2021 in contemporanea in Italia (edizioni Star Comics), Stati Uniti e Francia, e diventerà una serie tv d'animazione. Che differenze ci sono tra lavorare in Italia o all'estero? “Solitamente in America si tratta di lavori su commissione: mi chiedono di disegnare o ideare una storia di un personaggio o di un altro. In Italia, invece, lavoro su serie inventate da me, che poi magari vengono pubblicate anche all'estero. Inoltre, mentre su questi ultimi progetti faccio sostanzialmente tutto da sola, negli Stati Uniti c'è un team fatto da sceneggiatore, inchiostratore, colorista, letterista, ognuno dei quali fa un 'pezzetto' del prodotto finale. Questo significa che anche i tempi per finire le tavole sono più stretti” Anche a livello di gratificazione economica è diverso? “Io sono totalmente freelance, ovvero non ho esclusive, se non un numero preciso di cover, è una mia scelta. Ci sono colleghi che possono avere contratti più lunghi, che coprono più anni” Si è chiesta perchè tanti italiani vengono reclutati dalle case editrici straniere? “E' un fenomeno che dura ormai da quasi due decenni, facilitato sicuramente dal salto tecnologico digitale: i successi di autori come Giuseppe Camuncoli e Gabriele Dell'Otto hanno aperto la strada a tantissimi professionisti, ne è nata quasi una scuola che lavora per l’America, ma anche per la Francia. È inevitabile: un po' per la qualità delle persone che ci lavorano, molto alta, un po' perché il mercato, all'estero, garantisce lavoro a molti più disegnatori della sola Italia”. In concreto com'è la sua giornata? Quante volte va all’estero? “Lavorando in digitale, mi basta una connessione internet e una tavoletta grafica, quindi in teoria non ho bisogno di andare sul posto. Detto ciò, però, io viaggio tantissimo – a parte quest'ultimo anno segnato dalla pandemia, ovviamente -: in particolare vado negli Usa tre-quattro volte l’anno e sto anche parecchio tempo. Frequento le fiere di settore, incontrare gli appassionati e gli editor fa parte del mio lavoro, a maggior ragione quando si fanno fumetti come autore completo” A proposito di pandemia, come è cambiato il modo di lavorare nell'ultimo anno? Ha risentito della crisi? “La verità è che il mio lavoro, e probabilmente anche quello di molti colleghi, non è cambiato tanto, ero già pronta mentalmente a stare a casa. Il lockdown e la pandemia hanno segnato molto di più la vita relazionale. Insomma, siamo una categoria che lo smart working lo praticava già da anni. Poi, certo, c'è stato qualche slittamento editoriale nelle uscite, nel mio caso il secondo numero della serie Mercy, però il lavoro non mi è mai mancato, devo dire la verità” Il suo ultimo progetto internazionale è Sweet Paprika, di che si tratta? “Sweet paprika è una delle mie serie creator owned. Nata un po' per sfizio, racconta di Paprika, giovane di origini italiane che vive a New York e del suo incontro con Dill, un ragazzo ingenuo e avvenente dal fare “angelico” lontano dal suo mondo, che la spingerà  a rimettersi in discussione. La sorpresa è stato poter lavorare parallelamente alla serie animata: diventerà un prodotto per adulti, un po' più esplicito rispetto alla media delle animazioni” Ha spesso avuto a che fare con personaggi femminili forti. E' una sua scelta o un caso? “Nei lavori per la Dc Comics, come Wonder Woman e Harley Quinn, sono stata fortunata, perché in effetti le figure femminili sono il mio pane quotidiano; nelle mie produzioni, però, le protagonista non è necessariamente forte, ma lo diventa nel corso della storia, un'evoluzione che mi è sempre piaciuta”

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