Mercoledì 24 Aprile 2024

Inventare il futuro

Giovanni

Morandi

Ci risiamo un’altra volta e, come abbiamo fatto nel passato, dobbiamo inventarci un futuro. Come sempre la parola chiave è fantasia, la sola che trasformi un’idea in denaro o per meglio dire in lavoro. Successe così ad Aldo Casali, un barista romagnolo che gestiva il buffet alla stazione di Cesena. Fu lui ad inventare il cestino da viaggio. A quel tempo per arrivare da Bologna ad Ancona ci volevano ore, e i prezzi al vagone ristorante non erano alla portata di tutti. Così Aldo trasformò quei pochi minuti di sosta del treno alla stazione di Cesena nel suo business, due lire per un cestino di bontà con lasagne, cappelletti, tagliatelle, arrosto, patatine,frutta e una bottiglietta di Albana. Più un finale di gran

classe con un fiore offerto alle signore e una sigaretta ai signori.

Fu un successo fino al giorno in

cui la stazione fu distrutta in un

bombardamento della seconda guerra. Per questo la guerra non va d’accordo col lavoro e per questo gli italiani danno il meglio di sé in tempo di pace. Come successe a Mario Pavesi, figlio di fornai che facevano un biscotto buono e leggero. Ma più che a sfornare dolciumi Mario era interessato al modo di venderli. Così inventò i monumentali ristoranti a ponte che scavalcano le corsie autostradali, unici in tutto il mondo, vere mecche per golosi e consumatori alla ricerca di pause ristoratrici. Il primo ristorante a ponte che comparve sull’Autosole fu quello di Fiorenzuola d’Arda inaugurato nel 1959, il secondo, ma di un’altra compagnia, il Cantagallo nel ‘62. Fu così che il piccolo fornaio di Pavia diventò un gigante del miracolo economico italiano.

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