
Elisa, 47 anni
Milano, 26 maggio 2025 – “A essere sincera non ho neppure il tempo di aver paura”. L’espressione non è esattamente questa, ma il significato sì. Mancano tre settimane al suo primo San Siro ed Elisa è immersa nei preparativi. In quel di Monfalcone ha regalato alle sue fantasie uno spazio tutto loro, una via di mezzo tra lo studio di registrazione e l’hangar in cui mettere a punto quelle formidabili macchine volanti che sono le canzoni. Una Amelia Earhart da hit-parade pronta ad atterrare il 18 giugno al Meazza col cuore in extrasistole e la testa piena di progetti. “Oltre allo studio di registrazione ho creato una mia fondazione pro ambiente. Purtroppo, la politica continua a non considerare la sostenibilità una priorità e rispetto a quattro anni fa la situazione è peggiorata, ma proprio per questo non bisogna scoraggiarsi ed essere ancora più chiari nel messaggio da mandare. Un po’ di frustrazione ovviamente c’è, ma bisogna imparare a gestirla e provare a portare a casa risultati”.
L’idea dello spettacolo qual è?
“L’interconnessione. Fra tutte le specie viventi. Ho pensato di creare un fil rouge che leghi l’ambiente e la musica. In questi tempi non facili volevo accendere una luce sulla bellezza del mondo e sulle insospettabili opportunità che potremmo avere se solo accettassimo di guardarlo con occhi diversi. Più che padroni, dovremmo sentirci ospiti e al tempo stesso guardiani delle meraviglie di questo pianeta. Quindi ho pensato uno show che parla di armonia, di interconnessione, di interdipendenza. E pure a livello visual il concept è questo qua”.
L’impronta green dove sta?
“Sarà il primo concerto della storia a San Siro in cui non verrà utilizzato come combustibile per i macchinari il gasolio, ma biofluel, ovvero biocarburanti prodotti da materie prime biologiche, come piante, alghe o rifiuti organici. Non una rivoluzione, ma un inizio. Un primo passo verso la transizione sostenibile della filiera musicale e dei grandi eventi”.
Grande festa con amici?
“Ci tenevo ad andare in scena da sola, così da trasformare l’evento in una festa mia e della gente che mi è stata vicina per tutto questo tempo, portandomi fin qui. Poi, però, ho pensato che qualche sorpresa non avrebbe guastato e un po’ di amici li ho chiamati”.
Magari pescando fra quelli con cui ha duettato di recente.
“Visto che Cesare Cremonini ha anticipato la mia presenza sul palco con lui, sono giustificata ad anticipare la sua sul palco del Meazza con me”.
Potendo avere un ospite speciale a questa festa, chi chiamerebbe?
“Sicuramente l’etologa e antropologa inglese Jane Godall, famosa in tutto il mondo per i suoi studi sui primati e per l’impegno ambientalista. Ma anche Brian Eno, fondatore di EarthPercent, fondazione con la missione di sollecitare gli artisti e l’industria musicale a donare una piccola percentuale dei guadagni per finanziare progetti che fronteggiano le tante emergenze climatiche e naturali del pianeta. Hanno già aderito Coldplay, Aurora, Peter Gabriel, Moby, Michael Stipe, Jacob Collier, Nile Rodgers gli Swedish House Mafia e molti altri ancora”.
Eno lo conosce?
“Qualche tempo fa abbiamo fatto una call per parlare non di musica, ma di ecologia. Io conto di iniziare a donare ad EarthPercent già dal prossimo singolo. Per l’album me la sto prendendo un po’ più comoda, perché un disco è un disco e io non voglio fare le cose in maniera affrettata né tantomeno pasticciata. Sto scrivendo tanto e spero di farcela entro l’anno prossimo”.
Album in italiano o in inglese?
“Sarà un bimbo italiano”.