Mercoledì 24 Aprile 2024

L'intelligenza artificiale che ti legge nel pensiero

Alcuni scienziati hanno messo a punto una rete neurale capace di tradurre gli impulsi nervosi in un testo scritto, con risultati incoraggianti

Una IA che legge nel pensiero

Una IA che legge nel pensiero

Un'equipe di ricercatori della University of California San Francisco ha pubblicato uno studio che descrive un'intelligenza artificiale capace di "leggere nel pensiero". Si tratta di un'interfaccia cervello-macchina che, tramite il cosiddetto machine learnig, è in grado di tradurre con buona precisione l'attività cerebrale di una persona in un testo scritto, senza che venga pronunciata nemmeno una parola. L'esperimento coordinato dal neurochirurgo Edward Chang ha coinvolto quattro soggetti epilettici, originariamente sottoposti a elettrocorticografia (una tecnica invasiva che traccia l'attività elettrica della corteccia cerebrale) per monitorare l'andamento delle convulsioni. Ai pazienti è stato chiesto di leggere e ripetere a voce alta una serie di frasi concordate in precedenza, mentre gli elettrodi registravano i segnali nervosi in tempo reale. I dati raccolti sono stati rielaborati da due diverse reti neurali. La prima ha analizzato gli schemi cerebrali per trovare una corrispondenza tra gli impulsi nervosi e i suoni fuoriusciti dalla bocca. La seconda ha poi digerito e decodificato il tutto, in modo da costruire un algoritmo capace di prevedere le frasi che passano per la testa. L'intelligenza artificiale è stata quindi testata sui partecipanti, producendo nel migliore dei casi un tasso di errore del 3%: in sostanza, qualcosa di molto vicino a una macchina in grado di leggere nel pensiero. Nell'articolo pubblicato su Nature, gli scienziati descrivono comunque diverse situazioni in cui il cervellone elettronico ha preso degli abbagli, a volte con errori di poco conto, altre stravolgendo in pieno il senso del discorso. Nel complesso, l'equipe ha dichiarato di ritenersi soddisfatta del risultato ottenuto, che costituisce un punto di partenza interessante per ulteriori sviluppi futuri. Un giorno, un sistema di questo tipo potrebbe trovare applicazione in campo medico, ridando ad esempio voce a persone che per varie ragioni cliniche hanno perso l'uso della parola.
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