Insetti e carne sintetica, così l'impatto ambientale del cibo si riduce dell'80%

Passare a una dieta interamente a base di "nuovi alimenti" permetterebbe di ridurre moltissimo le emissioni e l'utilizzo di suolo e di acqua

Gli insetti sono il cibo del futuro?

Gli insetti sono il cibo del futuro?

Il consumo esasperato di proteine animali ha un impatto enorme sull'ambiente. Già ridurle – carne rossa in primis – migliorerebbe parecchio la situazione, ma per ottenere il massimo risultato bisognerebbe passare a un'alimentazione composta interamente di cosiddetti nuovi alimenti: insetti, carne e latte coltivati in laboratorio, proteine estratte dalle alghe e dai funghi, eccetera. Possiamo considerarla "la dieta più verde possibile", che secondo uno studio dell'Università di Helsinki sarebbe in grado di abbattere di oltre l'80% la pressione che la produzione di cibo esercita sul pianeta. I ricercatori hanno preso in esame 124 diversi alimenti, calcolando per ciascuno le proprietà nutritive e l'impatto ambientale in termini di "potenziale di riscaldamento globale" e di consumo di suolo e di acqua necessari per la loro produzione. Hanno quindi ipotizzato una dieta ottimale a base di nuovi alimenti, completa sotto il profilo nutrizionale, e l'hanno confrontata alla classica dieta occidentale: sostituendo carne e latticini con queste alternative si otterrebbe una riduzione del contributo al riscaldamento globale pari all'83%, dell'utilizzo di suolo pari all'87% e dell'utilizzo di acqua pari all'84%. Un risultato solo di poco inferiore è garantito anche da un regime vegano, rispetto al quale però una dieta con nuovi alimenti fornisce una gamma più completa di elementi nutritivi essenziali. Ma anche la giusta dieta onnivora permette di ridurre il carico sul pianeta: come ha dichiarato a BBC Rachel Mazac, una delle autrici dello studio, ridurre del 75% i prodotti di origine animale (senza quindi eliminarli del tutto) porterebbe a una pari riduzione dell'impatto sull'ambiente. Questa la teoria, ma poi è necessario guardare in faccia la realtà: l'accettazione e l'adozione su larga scala di grilli, alghe e carne sintetica sarà un processo complesso, per questioni sia economiche e produttive che di resistenza culturale. "I nuovi alimenti possono fornire opzioni per diversificare la dieta, ma richiedono passaggi intermedi di promozione e di consumo, come ad esempio fare comprendere la loro somiglianza con i cibi a cui le persone sono abituate, aumentarne l'accessibilità grazie a un abbassamento dei prezzi e incentivare le aziende alimentari pubbliche e private a proporli", spiegano i ricercatori. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Food.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro