Venerdì 19 Aprile 2024

Matilde Gioli in 'E' per il tuo bene': "Ho una passione rosa shocking"

Dalla tv di “Doc” a un film con una storia gay. "Bisogna avere il coraggio dell’amore. A costo di deludere persino i genitori"

L'attrice Matilde Gioli

L'attrice Matilde Gioli

Ci ha tenuto compagnia in pieno lockdown quando, accanto a Luca Argentero, ha conquistato ascolti record con la fiction 'Doc – Nelle tue mani' che presto tornerà su Raiuno. Lanciata al cinema da Virzì nel 'Capitale umano', ex studentessa di filosofia appassionata di cavalli e mountain bike, bellissima ma guai a chiamarla "bambola", con il tipo ideale che per lei deve essere "un uomo e non una primadonna", Matilde Gioli, 30 anni, la ritroviamo ora nel film di di Rolando Ravello 'È per il tuo bene' (dal 2 luglio su Prime Video), nel ruolo della figlia di Marco Giallini. Si tratta di una commedia brillante che parla di padri che non accettano le scelte sentimentali delle figlie. Con Giallini e la Gioli – la cui scelta d’amore nella pellicola è per il papà fiction decisamente “rosa shocking” –, ci sono Giuseppe Battiston e Vincenzo Salemme, i padri, e le madri Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Valentina Lodovini.

Matilde, il suo personaggio fa una scelta che il padre, sebbene progressista, non accetta. Il rapporto tra due donne è ancora un tabù?

"Tanti giovani oggi vivono i rapporti d’amore in una sorta di fluidità di ruoli e di generi. Ma per i genitori non è così. Nel film il padre, un avvocato, non la prende benissimo. E questo provoca all’inizio uno scontro che diventa anche uno scontro generazionale, salvo poi trasformarsi in un incontro, quando i genitori si aprono".

Il suo papà è scomparso il papà 7 anni fa. Ma pensa che anche per i suoi veri genitori sarebbe stato così?

"Una storia come quella di Valentina avrebbe creato problemi ai miei come a tanti altri genitori di 50, 60 anni. Non siamo ancora pronti per questa fluidità di scelte, di ruoli. Il mio personaggio parte da una vita, borghese, che non le dispiace ma che è quella che i genitori vogliono per lei. Poi, a un certo punto l’amore esplode e lei, che era sempre stata accondiscendente, capisce che l’unico modo per essere felice è quello di ribellarsi".

Un’ode al coraggio?

"La cosa bella, che è poi il messaggio positivo del film, è che dopo un momento iniziale di panico, quando la persona è innamorata e felice, cadono tutte le barriere del pregiudizio e del bigottismo. Siamo in un momento in cui tanti giovani si sentono un po’ imprigionati in una realtà familiare e in uno stile di vita che non sentono il loro, ma hanno paura di alzare la testa e dire: io sono diverso. Ma, come viene fuori dal film, non c’è nulla di negativo nell’essere diverso".

Nel film le madri più aperte, più vicine alle figlie. È così nella realtà?

"Direi di sì. Non che le madri non si preoccupino, ma è talmente importante la felicità del figlio, che sono più elastiche".

I suoi genitori l’hanno sempre lasciata libera di fare le sue scelte?

"I miei genitori, forse perché come figli avevano avuto una educazione rigida, ci hanno dato quello che loro non avevano avuto, ovvero la libertà di scegliere chi volevamo essere. Cosa ti rende felice? Ti rende felice questo?, non era nei miei piani di genitore, avrei preferito che facessi altro, ma metto da parte le mie aspettative, compio un enorme gesto d’amore e lascio che tu ti esprima liberamente. Questo è quello che hanno fatto i miei, e devo dire che ha contribuito tantissimo al fatto che oggi io sia una persona felice".

 

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