Giovedì 18 Aprile 2024

In Barbareschi a tutto: "Il vaccino in tv contro la stupidità"

Torna con un programma dopo undici anni. "La missione dell’artista è provocare. Lo facevano Hendrix e Picasso, ci proverò anch’io"

Racconta Luca Barbareschi di avere detto ai figli, papà vi porta allo zoo. Poi si è corretto, andiamo al bioparco. Che differenza c’è?, hanno domandato i bimbi. Nessuna, ha risposto lui, ci sono sempre l’elefante depresso, la giraffa triste e il leone esaurito ma se diciamo che sono al bioparco, nelle biogabbie, sono più felici. L’attore torna in tv con un obiettivo preciso, ridicolizzare l’imperante politicamente corretto. Lo farà con In barba a tutto, otto puntate rigorosamente in diretta in seconda serata su Raitre, da oggi.

Barbareschi, un ritorno dopo 11 anni dal suo programma Barbareschi sciock, su La7.

"Avevo molta voglia di rifare televisione e anche molta paura perché il tempo passa per tutti. A luglio compio 65 anni. Però il direttore di Raitre, Franco Di Mare, ha avuto coraggio, mentre non sempre la gente vuole lavorare con me".

Sarà un talk?

"Il programma sviluppa dei temi, ma quello che cerchiamo di fare è provare a riaccendere la luce della logica in un momento di delirio di politically correct terribile. Il pensiero polticamente corretto è una specie di tumore maligno nella cultura occidentale. Faccio un esempio".

Prego.

"Mi sono arrivate l’altro giorno le nuove regole degli Academy Awards (i premi Oscar ndr). Potrò partecipare con i miei film a patto che in ogni film ci siano un 30% di nani, un 30% di ciechi, poi devono esserci una parte di transgender, di lgbt, e omosessuali. Un’assurdità".

Vuole sfidare il politicamente corretto?

"C’è la voglia di provare a riaccendere un po’ di luce nella logica. Non da solo, ci saranno in ogni puntata degli ospiti (nella prima l’astrofisico Luca Perri, Morgan e Katia Ricciarelli). Proveremo ogni lunedì a fare una vaccinazione in diretta contro il virus della stupidità".

Le piace fare il provocatore?

"L’artista è uno scienziato delle idee, deve provocare, come hanno fatto Jimi Hendrix, Picasso. Cercherò di farlo con intelligenza e rispetto, mantenendo una certa leggerezza".

Un ritorno in televisione favorito dalla chiusura dei teatri?

"Sono un onnivoro dello spettacolo, scrivo, produco, organizzo, ma se ogni tanto non faccio l’artista mi deprimo. In 47 anni non ho mai saltato una stagione teatrale e quindi è per me una grande sofferenza non mettermi la sera il naso finto e recitare Rostand. Lui, come Mamet, come Shepard, sono la migliore medicina".

Beatrice Bertuccioli

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