Mercoledì 24 Aprile 2024

Impossibile rinunciare al Festival E i russi intonano il loro Sanremo

A Mosca, al teatro del Cremlino, i brani di Al Bano, Cutugno & C. saranno reinterpretati da voci italiane

di Andrea Spinelli

"Back in U.S.S.R.". Difficile dire se a scavare la crepa più profonda nel monolite della società sovietica prima della Perestroika siano state le canzoni dei Beatles, come assicura Paul McCartney, o lo sbarco sulla tv pubblica di rassegne musicali occidentali come il Festival di Sanremo. Certo è che la guerra in Ucraina e la modifica degli assetti geopolitici internazionali determinata dalle sanzioni stanno rispingendo la Federazione Russa nel cono d’ombra della vecchia Unione Sovietica, resuscitando usi e costumi degli anni di Andropov, Cernenko e Gorbacev.

Così, mentre l’Ucraina sta sotto le bombe e l’Europa della canzone interrompe le trasmissioni con la Russia escludendola dall’Eurovision ed embargando pure gli altri programmi tv d’intrattenimento, Mosca punta sull’autarchia, organizzando il 25 maggio al Teatro del Cremlino un suo Festival, dal titolo Felicità - Sanremo, le hit d’oro, con le canzoni che hanno segnato la storia della manifestazione. I biglietti sono già in vendita sul sito dell’agenzia Moscow Show con prezzi tra i duemila e i ventimila rubli (da 20 a 250 euro circa) assieme a quelli dei concerti di Richard Claydermann, Emir Kusturica, Scorpions e pochi altri che eludendo il blocco riescono ad avventurarsi fin sulle rive della Moscova. Questo anche se i nomi altisonanti del Festival di Sanremo “posticcio“ sono più sul programma di sala che in scena, dove il maestro anconetano Roberto Molinelli dirige l’Orchestra Sinfonica moscovita “Filarmonica Russa“ con le canzoni di Toto Cutugno, Al Bano e Romina, Celentano, Bocelli, Eros Ramazzotti, Morandi, Pupo, Ricchi e Poveri cantate dalle voci "italiane" di Clarissa Vichi, Roberto Cardillo, Antonello Ferri.

Perché Sanremo è Sanremo pure oltre cortina. E chissà che ai russi la presenza di Zelensky (in video) nella finalissima di Sanremo di quest’anno, non bruci molto di più del suo intervento ai festival di Cannes e Venezia, o ai Golden Globes. La lunga storia d’amore tra la Russia e il Festival ha avuto inizio negli anni ’80, subito dopo le Olimpiadi di Mosca, quando nella trasmissione tv Melodie e ritmi dai Paesi stranieri vennero trasmessi i primi spezzoni dalla Città dei fiori. Ma la svolta arrivò nell’83, quando Central’noe Televidenie mandò in onda una sintesi della finalissima dell’edizione di quell’anno. Sullo schermo "Kutunio" arrivò solo quinto, ma la sua L’italiano venne subito intonata in tutti e sette i fusi orari. Nell’84 vinsero Al Bano e Romina con Ci sarà e tutti sanno come andò. Così come nell’85, quando a trionfare fu Sarà perché ti amo i Ricchi e Poveri divennero protagonisti l’anno successivo in Russia di un tour di 44 concerti con 780mila spettatori, e, a novembre, pure di uno show in tv.

Da quel momento il dito bronzeo dei tanti Lenin sparsi sulle piazze non avrebbe più indicato il sol dell’avvenire, ma pure i poster di Matia Bazar, Riccardo Fogli, Gianni Morandi, oltre, naturalmente, alla trimurti Cutugno, Pupo, Al Bano (con e senza Romina) alfieri di quella melodia "Made in Italy" ricoperta poi d’oro, dopo la caduta del muro, dagli assegni staccati dagli oligarchi per le loro feste private. Toto Cutugno, che nel 1985 declinò l’offerta d’imbarcarsi su una Soyuz e diventare il primo cantante in orbita della cosmonautica sovietica, prova a spiegare il fenomeno: "Alcuni giornalisti di lì dicono che l’atmosfera delle mie canzoni ricorda quella dei musicisti che popolano da sempre il quartiere dell’Arbat. Come loro, io scrivo spesso in la minore. Stessa vena malinconica. Almeno dieci ballate le ho scritte in quella chiave, a cominciare da Soli, e, naturalmente, L’italiano". Fatto sta che l’affermazione italiana in terra di Russia spianò la strada a una serie di scambi tra i due paesi compresa la partecipazione della superstar nazionale Alla Pugacheva a Sanremo ’87. Ora Al Bano dice sì a Zelensky al Festival ricordando di aver cantato per Putin che adesso, però, non gli piace più. Cambia il mondo, infatti, ma Sanremo rimane.

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