Firenze, 21 luglio 2019 - E' morta a 85 anni l'attrice Ilaria Occhini. In molti ricorderanno i suoi profondi occhi azzurri in Mine Vaganti, film di Ferzan Özpetek, che le valse il David di Donatello. E' stata una delle sue ultime indimenticate apparizioni sul grande schermo. Ma la Occhini, donna dolcissima e di gran fascino, aveva alle spalle una lunghissima carriera. Figlia dello scrittore Barna Occhini, nipote da parte di madre dello scrittore Giovanni Papini (che la descrive bambina nel racconto breve 'La mia Ilaria') e per parte paterna del senatore del Regno d'Italia Pier Ludovico, la Occhini, esordisce al cinema a soli 19 anni con Terza Liceo, film di Luciano Emmer, in cui compare sotto lo pseudonimo di Isabella Redi. Sceglie l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" a Roma e nel 1957 debutta in teatro con Luchino Visconti.
Nel frattempo la tv: Ilaria Occhini diventa nota grande pubblico con gli sceneggiati L'Alfiere e Jane Eyre. Molto più tardi (siamo nel 2005) grazie alla fiction di Rai 1 Provaci ancora prof! conquista anche le generazioni più giovani.
Il primo riconoscimento arriva nel 1992: è Nastro d'Argento come miglior attrice protagonista per l'intepretazione in Benvenuti in casa Gori, pellicola cult di Alessandro Benvenuti. Nel 2008 riceve il Pardo d'oro come protagonista di Mar Nero di Federico Bondi. Due anni più tardi il David come attrice non protagonista in Mine Vaganti, dove interpreta la nonna diabetica di Riccardo Scamarcio: una donna imprigionata in un amore perduto, che decide di morire ingozzandosi di dolci e rivendicando così fino alla fine il suo essere 'mina vagante'. L'intensa interpretazione le frutta anche il Nastro d'argento alla carriera e il premio Alida Valli al Bif&st 2011.
"La mia bellezza è come se fosse una cosa, una borsetta, un foulard che porto con me, non ne parlo con nessun vanto", scriveva Ilaria Occhini nell'autobiografia Una vita senza trucco, con cui festeggiava i 60 anni di carriera. "Non mi abituerò mai a pronunciare la prima battuta. Cerco di modulare, ritmare, impostare. Ma ogni volta è morire".
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