Venerdì 19 Aprile 2024

Dieci anni in Volo: "È l’era del pop lirico"

Partito da Matera il tour del trio. "Orgogliosi di esportare questa musica nel mondo"

Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble (il Volo). Foto di Simone Cecchetti

Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble (il Volo). Foto di Simone Cecchetti

Matera, 17 giugno 2019 - Sono sentimenti scolpiti nella pietra in una città di dolente bellezza, da osservare «attraverso un velo di poesia e di malinconia» come diceva Pascoli, quelli lasciati a Matera dal Volo per dare il via ai festeggiamenti del proprio decennale.  Ricorrenza cui Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble hanno reso omaggio con due concerti in spazi straordinari della Capitale europea della Cultura quali San Pietro Caveoso e, proprio ieri, la Cava del Sole, spaziando tra hit del proprio repertorio come Grande amore, Musica che resta o A chi mi dice, versione italiana by Tiziano Ferro della Breathe Easy dei Blue, e classici in bilico tra lirica e pop come Nessun dorma, Arrivederci Roma e Caruso.  «S’è trattato di due esibizioni abbastanza diverse» spiega Piero Barone. «La prima, infatti, è stata ripresa dalle telecamere di Duccio Forzano per uno speciale televisivo che Pbs manderà in onda in America a novembre da cui verrà tratto pure un cd/dvd celebrativo di questo nostro anniversario, mentre il secondo è il concerto che ci accingiamo a portare in tour (con tappa l’11 luglio anche all’Arena della Versilia di Cinquale, ndr.) più orientato sull’ultimo album Musica. Pure il repertorio del disco dal vivo lo porteremo in tour, debuttando il 5 febbraio al Radio City Music Hall di New York per poi tornare in Europa e in Italia tra primavera ed estate».  Con la Pbs avete lavorato spesso. Barone: «Questo è il nostro sesto ‘speciale’ con loro. Il primo lo realizzammo a Detroit, il secondo e il terzo a Miami, il quarto a Pompei, il quinto in piazza Santa Croce a Firenze e il sesto, appunto, a Matera perché cerchiamo di portare agli americani non solo il canto e la tradizione italiana, ma anche le bellezze del nostro Paese». I festeggiamenti del decennale sono cominciati, dunque, a Matera.  Barone: «Sì, davanti ai giochi di luce per lo speciale tv perfino il sindaco ci ha detto che Matera non è mai stata resa così bella». Boschetto: «Gli americani sono ripartiti dicendo che se in piazza Santa Croce l’avevamo stupiti e convinti che non avremmo potuto fare di meglio, stavolta siamo riusciti a sorprenderli ancora di più».  Siete arrivati tra i “Sassi” prima di Daniel Craig con le riprese di Bond 25. Barone: «Ma noi il nostro James Bond ce l’abbiamo già. Ed è Ignazio».  Il 24 settembre tornate all’Arena di Verona.  Ginoble: «Notizia di ieri, la data è sold-out. L’altra volta siamo entrati in Arena per uno speciale tv, stavolta per la festa di fine tour». Quali sono le sorprese di questi concerti 2019?  Barone: «La più grande è, probabilmente, la presenza al violino di Alessandro Quarta. Perché il pubblico merita di ascoltare anche in tour Musica che resta eseguita così come l’abbiamo fatta a Sanremo nella serata riservata alle collaborazioni».  Il mese scorso eravate in Giappone. Un concerto è stato proiettato nei cinema. Che accoglienza avete trovato?  Boschetto: «Abbiamo portato lo spettacolo di Notte magica perché poggia sul nostro repertorio più classico. E il disco è arrivato al secondo posto in classifica dietro a Bohemian Rhapsody dei grandissimi Queen».  Ginoble: «Tutto è iniziato negli anni Novanta, quando il pop lirico è stato esportato in tutto il mondo da Pavarotti e Bocelli. Cantare nel 2019 questa musica in Giappone, farlo in una culla della bellezza come Matera o come l’Arena ci rende orgogliosi di esportarla in tutto il mondo».  Se oggi ad “Amici” trionfa una voce tenorile come quella di Alberto Urso, non è un po’ merito pure vostro?  Barone: «Magari abbiamo sdoganato questo genere musicale, contribuendo a liberarlo dai pregiudizi che si portava dietro. Forse c’è gente attratta da questo genere, ma timorosa di dover vincere le riserve che ci sono soprattutto qui in Italia, perché se all’estero è amatissimo, un motivo dovrà pur esserci». 

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