Giovedì 18 Aprile 2024

Il vero 007? Una spia al servizio della bella vita

Ricco, playboy, triplogiochista tra inglesi e nazisti: è Dusko Popov. A lui, “macho“ senza problemi, si ispirò Fleming per James Bond

Migration

di Roberto Giardina

Arriva al cinema No Time to Die, l’ultimo film di James Bond, il numero 25, a partire dal primo, il Doctor No, uscito nel silenzio in piena estate nel ’62, perché pochi ci credevano. Dunque 007, la spia con licenza di uccidere ha al cinema 61 anni, ma il suo creatore Ian Fleming pubblicò i romanzi già negli anni Cinquanta. L’ultimo Bond, a causa del Me Too e del politically correct, è ben lontano da quello impersonato da Sean Connery, seduttore e peccatore, con un debole per i martini e una passione per le armi, ma anche ironico e elegante. In una delle sue avventure non riesce a sedurre la bella ragazza di turno, e nell’ultima pagina lei gli presenta il suo fidanzato. In Dalla Russia con amore, Ian Fleming lo fa morire a Venezia, colpito dalla punta avvelenata della scarpa di Rose Klebb. Poi, grazie ai diritti d´autore, l’autore finse di dimenticarsene, e al cinema la cattiva, ovviamente tedesca, Lotte Lenya attrice del Berliner Ensemble, non riesce a farlo fuori.

Oggi, per ricordare i tempi quando le spie erano machi senza problemi, si scopre l´uomo che ispirò Fleming, la vera spia Dusan Popov, Dusko per gli amici, alto, bello, occhi azzurri, play boy, e triplo agente, per i nazisti e per gli inglesi, nato in Serbia il 10 luglio dl 1912, e cresciuto sul mare, a Dubrovnik, o Ragusa. Nel giugno del ’41, si trova nel casinò dell’Estoril, in Portogalloe, e Fleming, 33 anni, è accanto a lui, lavora per il contropionaggio britannico, e lo sorveglia, o dovrebbe proteggerlo. Con gli agenti doppi non si sa mai. Popov punta al baccarat 38mila dollari, una cifra enorme, circa 600mila euro, contro Bloch, un ricco ebreo lituano. Vince, e ispira Fleming che descriverà la scena nel suo primo romanzo, Casino Royale.

I due non si ameranno mai. Fleming è geloso del successo di Dusko, e lui nelle memorie scriverà che 007 è un insulto alla sua intelligenza, nella vita reale non sarebbe sopravvissuto 48 ore. Fleming gli assomiglia, di famiglia benestante, ma non ricca, ha studiato a Eton, e in Germania e a Ginevra, parla francese, tedesco, russo, ma è più bravo a scrivere che a spiare.

Forse Dusko nell’autobiografia (1974) intitolata Tricyle, triciclo, il suo nome di battaglia, esagera, ma non troppo. La sua famiglia è ricca, il nonno era banchiere, il padre un amico del re di Jugolasvia. Dusko studia a 12 anni a Parigi, poi viene spedito in un college inglese, e si laurea in legge a Friburgo, in Germania. È poliglotta, parla francese, inglese, italiano, tedesco, e russo. A Friburgo nel ’35 frequenta il Club degli studenti stranieri, controllato dai nazisti.

Desko insieme con l’amico Johnny Jebsen, figlio di un ricchissimo armatore di Amburgo, dedica più tempo alle ragazze che agli studi. Non piace ai nazisti che nel ’37 lo arrestano. Il padre chiede aiuto al premier jugoslavo, che chiama Hermann Göring. Dusko resta in cella 8 giorni, si laurea e torna a casa.

Nel ’40 lo raggiunge l´amico Jebsen, che gli propone di entrare a suo fianco nel servizio segreto di Canaris. Desko accetta ma avverte l’MI5, il controspionaggio britannico, quello di Fleming e di Bond. Anche Jebsen fa il doppio gioco, i nazisti mandano Dusko a Londra con la missione di infiltrarsi nel servizio segreto. Un bel groviglio. Pure il fratello Ivo, a Belgrado, lavora per gli inglesi, molto attento a non mettere in pericolo la famiglia. I tedeschi lo spostano a Lisbona, il Portogallo neutrale è diventato una centrale dello spionaggio, ma il gioco è mortale. Per chi lavora realmente il playboy serbo? La sua dolce vita è uno schermo, o come sospetta Fleming, Dusko è un giocatore folle, fuori di testa?

I nazisti lo spediscono negli Stati Uniti non ancora entrati in guerra. Popov non si fida, teme che gli americani finiscano per tradirlo. È diventato l’amante dell’attrice francese Simone Simon, ma non trascura il lavoro, si insospettisce perché i giapponesi studiano con troppa attenzione l’attacco britannico a Taranto dove nel novembre 1940 hanno sorpreso e distrutto la flotta italiana. Intuisce che i giapponesi stiano per ripetere l’impresa nel Pacifico, in agosto, avverte 4 mesi prima gli americani dell’attacco a Pearl Harbour, ma Edgar Hoover non gli crede, è un moralista, e considera Dusko un depravato. "Hoover è il peggior uomo che abbia mai conosciuto", scriverà Popov nelle memorie.

Torna in Portogallo. Gli inglesi temono che sia stato scoperto: l´amico Jebsen, è stato smascherato, torturato e ucciso. Ha svelato il triplo gioco di Tricycle? Ma Johnny è morto senza parlare. Dusko partecipa all’operazione Fortitude, convince i nazisti che gli alleati stanno per sbarcare in Sardegna o nei Balcani, non in Sicilia, e li confonde sul punto esatto dello sbarco in Normandia.

Dopo la guerra, Popov ottenne la cittadinanza britannica e fu decorato con la medaglia d’oro dell’Impero. Ian Fleming morí nel ’64, Dusko nell’agosto del 1981, lasciando una giovane moglie e tre figli.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro